Memories and confusion

Avviso: sono particolarmente alienato in questo momento, mi sento un'altra persona, probabilmente il rant sembrerà scritto da un altro. Forse in questo istante lo sono davvero.

Tutto è iniziato qualche giorno fa, quando dopo aver finito gli esami mi sono messo ad assemblare il pc nuovo dei miei. Quello vecchio inizialmente era il mio, fino a qualche anno fa, poi ho preso il portatile e il mio vecchio account è rimasto li ad ammuffire.
E con lui una serie di foto vecchie, vecchi appunti buttati lì, vecchi pezzi di diario, vecchi messaggi ed email ricevute.
Che improvvisamente copiando i files sono tornati davanti a me. E mi sono trovato catapultato in un altro mondo.
Un mondo lasciato anni fa, dal quale ho preso tantissime pedate sul culo, nel quale ho provato emozioni inimmaginabili, dal quale sono scappato terrorizzato. Questa ultima parte la ricordo bene, quelle che non ricordavo affatto erano quelle precedenti.

Scava scava, mi è sembrato di vedere la mia vita dall'esterno, di vedere la vita di un altro, e ho provato la sensazione di essere stato derubato di qualcosa di importante… di non poter più tornare indietro, di aver perso definitivamente qualcosa che avevo, e che non tornerà più…
E' difficile dire cosa sia in realtà quello che provo ora… rimpianto, misto a un tenero ricordo… forse è la sensazione che si prova quando si è dei vecchi novantenni, con qualche giorno da vivere ancora e solo ricordi annebbiati a colorare le proprie giornate.
Ho paura.
Ho paura di rimettermi nelle stesse situazioni idiote in cui ero riuscito a infilarmi.
Ho paura di non riprovare più certe emozioni, certi sentimenti così totali che tutto il resto, compresa la vita, perdeva completamente importanza.
Ho paura di rimpiangere ancora, di avere rimorsi continui, di soffrire come un cane per la cattiveria altrui, e contemporaneamente di non poter farlo ancora.
Non riesco a esprimerlo, ma è come se volessi ancora provare quel gusto dolceamaro che fa parte della vita, e che contemporaneamente si rifugge per paura.
Mi immagino una situazione impossibile: quella di un uomo a cui viene offerta la possibilità, nascere e vivere, e provare un'infinità di emozioni, belle e brutte, di vivere situazioni al limite della normalità, di avere un'esistenza felice e tormentata allo stesso tempo, di provare gioia e tristezza infinita. Di avere davanti la scelta di affrontare tutto questo o di non iniziare nemmeno.
Affrontare la sfida o meno.
Godere dei bei momenti nel rischio continuo di brutti o rinunciarvi in partenza.
Buttarsi, coi mille rischi che questo comporta, o rimanere a osservare in tiepida attesa di chissà cosa.
Ecco come mi sento.
E contemporaneamente nostalgia. Voglia di dirle vorrei poterti rivedere, parlare un pò, capire cosa è successo, sapere che ti ricordi di cosa c'è stato, vedere come sei cambiata, quanto sei cresciuta, che donna sei diventata, come va la tua vita, e poi salutarsi sorridendo, per non rivedersi anche mai più, che il passato è passato, è morto e sepolto, e che la vita è continuata e continuerà…

Una sberla per fortuna mi riporta alla realtà… ma anche se ora ricordo chi sono diventato, e che forse tutto questo a qualcosa è servito davvero, ho ancora la sensazione di essere stato derubato. E di dover affrontare tra brevissimo tempo qualcosa di più grande di me. Che non so come possa andare, quanto male possa fare, quanto calore potrà darmi e quanto varrà nel bilancio complessivo che un giorno dovrò fare…
Ma almeno ora so cosa voglio, cosa mi manca, di cosa ho bisogno. Anche se non so ancora se davvero la troverò in te.

Entropy

Che lo si chiami entropia, oppure caso…
Ogni mutamento è una conseguenza del collasso senza scopo di energia e materia, verso il disordine.

Mi sono fermato un paio di volte questa settimana a pensare a come il caso abbia deciso una marea di cose. Dal posto in cui sono nato fino alle ultime amicizie strette, dalle botte di culo alle sfighe, dall'epoca in cui sono alla canzone che sto ascoltando ora (ne ho caricate un centinaio e ho messo il random)
Poi mi vien da chiedermi…ma è proprio del tutto frutto del caso? Qualche volta ho l'impressione che il solito regista di cui ho parlato svariate volte in realtà si stia divertendo alla grande a programmare la nostra esistenza, e che quello che noi chiamiamo caso sia un qualcosa guidato in realtà da leggi che non riusciamo ancora a comprendere. La scienza mira a scoprire regolarità ovunque, perchè conoscerle ci permette di controllare in qualche modo quello che ora riteniamo legato del tutto al caso, e di sentirci più al sicuro… nel limite del possibile.
Ma talvolta mi vien da pensare… e se fossi nato dieci anni prima? Se il mio cognome iniziasse con un'altra lettera? Se quelle sliding doors non si fossero chiuse così in fretta?

Probabilmente molte cose sarebbero andate in maniera diversa. E tutte queste variabili sembrano davvero legate al "caso"…
Non sopporto la casualità, ma qualche volta sono anche felice che tutta questa entropia mi abbia portato dove sono ora. Ne è valsa la pena, in fin dei conti… Ora si tratta di giocare al meglio le carte che mi sono arrivate in questa partita a poker, di cambiare quelle che non servono a un cavolo e di mirare almeno a un full.

La partita si gioca nei prossimi mesi. E in questi ultimi due giorni mi sono reso conto di quanto còntino le differenze incompatibili.
Mi sto rendendo conto di quante ce ne siano tra me e molte delle persone che ho intorno, rispetto alle pochissime cose in comune. E se su un fronte sto cercando di recuperare, anche se a fatica, dato che pare non sia solo un mio interesse, e in questo particolare caso forse la chiave sta nell'essere appunto sè stessi e essere dei loro quando i programmi mi attirano, su un un altro fronte mi domando solo cosa diavolo ci avessi visto in comune a me, dato che più tempo passa più ho l'impressione che di uguale a me non ci sia proprio un cavolo. Triste a dirsi, sarà per quello che sono smonato a tratti, anzi ora che lo scrivo e lo accetto mi sento già più sollevato…e forse ho preso anche una decisione al riguardo… Forse perchè voglio lasciare sul serio al caso l'ultima parola.
Anche perchè ormai non ne ho altre, ho perso le parole, e a fianco a me restano solo lacrime, mentre piove, a ricordarmi gli errori… finchè cerco di capire chi sei, se chiudo gli occhi dove sei, e spero di non ritrovarmi di nuovo in un tempo in cui ho creduto non ci fosse niente … in fondo lo so, sei uguale a me…

An uncanny week…

E un'altra domenica è finita, un'altra settimana passata.
In effetti la scorsa settimana ero talmente preso da una certa questione che non riuscivo a pensare alle mille cose che succedono, che mi succedono intorno. Scivolavano via come pioggia… senza lasciare traccia.
Ma di cose ne sono successe eccome. Vediamo un attimo di ricapitolare…
Festa da sandro, della quale non ci sono foto perchè eravamo tutti troppo sbronzi da pensare di scattarne qualcuna. La festa l'ho passata a bere, a urlare, ad accudire una sbronza, a cantare, a cadere rovinosamente a terra. Insomma, una festa di quelle che si ricordano!
Non ero tranquillo però. E oltretutto un esame si avvicinava, e martedì è arrivato puntuale come un treno tedesco. E' andato bene comunque, 27! Non male per averlo preparato in una settimana scarsa!
Poi è arrivata la festa di compleanno di un'amica a Padova, e quello si che è stato un altro bel festone! All'insegna del divertirsi con poco, abbiamo mangiato pasta fredda, bevuto spritz e birra in piazza delle erbe, ci siamo lanciati nella fontana e poi siamo finiti in una libreria-locale a pogare al ritmo degli ska-p. Giusto quello che serviva per scaricare un pò la tensione ed allontanare i brutti pensieri che mi giravano da vari giorni per la testa. Grazie… Come anche poi la giornata di giovedì, che siamo finiti poi in un pub a cantare il liga.
Ho passato proprio dei bei momenti, piacevoli… peccato che poi il venerdi sia ricominciato il solito trantran! C'erano dubbi? In effetti, NO.
Venerdi sera salvato in extremis, io e sandro siamo andati al monaco, serata tranquilla ma densa di parole, che ogni tanto le questioni vanno affrontate… almeno qualcuno con cui parlarne c'è!
Sabato da evasione, festa salentina a montorio, ma ne valeva la pena, fare la strada per trovare gente con cui si sta bene. Peccato solo che il trepuzziano non c'era!
E poi, oggi. Già, la settimana è volata, mi sono impegnato, divertito, riposato. Temevo questo giorno.
Ma invece due cose piacevoli sono successe. Primo, il cittadella è tornato in serie B, dopo 6 anni!
Secondo, ho potuto riprendere in mano una questione rimasta mezza chiusa e mezza aperta. Farò di sicuro la mia parte, ora che sono convinto di giocare… per il resto lascio che sia una canzone, che gira in testa da quasi una settimana, a lasciare andare il mio pensiero…
Pomeriggio spompo di Domenica, come fanno gli altri a stare sù…
non arriva neanche un po di musica, quando qui manchi tu…
Adesso che sei, dovunque sei, chissa se ti arriva il mio pensiero…
Chissa se ne ridi o se ti fa piacere…


Poi in serata mi metto a parlare con uno della compagnia di come appunto io mi stia allontanando dagli altri. Spiego la cosa, e si intavola una discussione di una decina di minuti… Fa piacere che qualcuno del gruppo si interessi di come mi sento io, una volta tanto, tantopiù uno che non mi sarei aspettato. Ma tant'è, non è che il mio punto di vista cambi, diciamo che resterò a vedere come si evolveranno in futuro le cose. Ma almeno ho sentito un pò quella sensazione che non si percepiva qui da molto tempo…
Già. Pare che ogni volta che sto per stravolgere la mia vita e le mie abitudini si attivi qualche meccanismo di sicurezza a fare da deterrente.
Cosa mi tiene legato ancora a questo posto? Ora come ora non saprei… tutto e niente. La mia parte la sto facendo, da un lato, dall'altro devo solo stare a vedere come si evolveranno le cose tra gli amici di sempre.
So solo che una settimana fa sentivo di aver preso una strada, e ora di punto in bianco sono bastate due cazzate a farmi dubitare nuovamente.

Cazzo…

Ho ancora la forza e guarda che ne serve per rendere leggero il peso dei ricordi, di far la conta degli amici andati e dire: "Ci vediam più tardi… più tardi…”
Ho ancora la forza che serve a camminare, picchiare ancora contro per non lasciarmi stare, ho ancora quella forza che ti serve quando dici: "Si comincia!"
Ho ancora la forza di starvi a raccontare le storie che ho già visto e quelle da vedere, e tutti quegli sbagli che per un motivo o l'altro so rifare…