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Una delle cose più interessanti che si possono fare è studiare il comportamento delle persone in particolari condizioni.
Una condizione a sua volta particolarmente interessante è quella classica di convivenza tranquilla, che spesso però così tranquilla non è.
Mettiamo ad esempio i casi che si leggono nei giornali. Una donna ammazza il figlio e tenta il suicidio in modo rocambolesco, dopo aver pure ferito il marito. Senza andare a citare la fonte, casi del genere sono talmente comuni che spesso neanche vengono riportati in prima pagina, ma si guadagnano al massimo quella di cronaca nell'edizione locale.
E i vicini, e chi conosce la famiglia anche da lungo tempo, esclama: non è possibile! Erano una famiglia normalissima, nessuno ha mai dato segno di problemi, anzi, erano delle persone modello!
Come si spiega?
Forse l'apparenza non è tutto ciò che conta. Forse l'apparenza inganna.
Oppure. In una classe della Milano "bene" vengono registrati fenomeni di bullismo, e poi si scopre che essi erano presenti da lungo tempo, e che i bulli in questione sono un gruppo ben saldo, che tra le altre cose tira di coca e si comporta in modo non proprio "ortodosso"…
Eppure… i genitori non si sono mai accorti di nulla, fino alla denuncia! I professori, al massimo, hanno dato dei 9 in condotta!
Forse l'apparenza non è tutto ciò che conta. Forse l'apparenza inganna.
Casi come questi sono all'ordine del giorno.
Ok. Dove voglio arrivare con tutto questo?
Adesso viene il bello.
Capita che ci sia un gruppo di persone. Un gruppo di amici, o presunti tali, che si conoscono anche da lunga data. Dall'esterno può sembrare un gruppo compatto, indistruttibile, unito da chissà quali principi, dove tutti si aiutano a vicenda e mettono il rapporto che li unisce al primo posto.
Poi basta esserci dentro e ti rendi conto che le cose non sono proprio come sembrano.
E che inoltre i rapporti sono così labili che basta un niente per metterli in crisi, snaturarli. Che ogni prerogativa personale, anche la più stupida, è più forte di ogni legame.
E cosi si formano gruppetti interni, rivalità celate, scontri più o meno aperti, che si esplicitano in un'aria decisamente pesante… aria che ieri sera era davvero soffocante.
Chiariamo una cosa: l'esprimere le proprie idee non è negativo. Il criticarsi non è negativo. Il "dirsi su" non è negativo. Basta che tutto questo porti da qualche parte, a un confronto costruttivo, e non a una chiusura.
Questo è lo stile con cui scrivo queste pagine. Per dire qualcosa di me, per dire ciò che non sopporto, per dire ciò che mi piacerebbe cambiasse. Ed è una cosa tra me e me. Se poi qualcuno si sente tirato in causa… la mia speranza è solo quella di far riflettere, tanto che ho imparato a omettere i nomi. Non servono, anzi, provocano più danni che altro, infatti se uno ci si ritrova sa che mi riferisco a lui, e dirlo a mezzo mondo non serve, anche perchè spesso i miei modi sono un pò molto acidi.
Ultimo esempio il post scritto la settimana scorsa.
Tralascio i commenti che ho visto sul sito. Da alcuni ironici (spero almeno fosse quello l'intento) a uno che mi ha lasciato sconcertato (talmente poco costruttivo, e composto di 3 parole, che l'ho eliminato)

Qualcuno si è sentito tirato in causa? Se si, ragazzi, dovreste essere almeno in 3. TRE, non uno di meno, forse qualcuno di più.
Già, perchè fino dal titolo, "too cool, to be real", si poteva capire che non era riferito a UNA persona in particolare, ma che era un collage di atteggiamenti fastidiosi di più di qualcuno.
E' stata interessante la reazione. In parte, prevedibile. Tutto sommato, divertente.
E se da un lato è stato ironico vedere che chi qualche sera prima aveva espresso a voce le stesse opinioni in un ambito privato, quando queste sono state espresse in pubblico se ne è dissociato (beata coerenza…), dall'altro mi ha permesso di dissipare ulteriore nebbia nel campo visivo, per distinguere amici da conoscenti, o peggio ancora falsi amici.
Da quando in qua un rapporto viene messo in crisi da quattro parole scritte in croce, o dette? Un rapporto che crolla così miseramente può definirsi amicale, o è piuttosto di conoscenza, per non dire di convenienza?

Non c'è altro da aggiungere, credo. Almeno da parte mia.
Resto dell'idea che ogni opinione non debba essere celata ma piuttosto esternata, non necessariamente in pubblico ma casomai al diretto interessato, tantomeno debba essere mezzo per parlare alle spalle.
Dunque a voi la parola, scritta o verbale che sia.
Il dialogo è confronto, il confronto costruttivo è progresso.

Too cool… to be real!!

Bene.
Le mie palle hanno raggiunto una velocità angolare sufficente a esprimere i pensieri che mi ronzano per la testa da qualche tempo. E dunque iniziamo a spalar merda…
E' un anno e mezzo che hai un atteggiamento del cazzo. E dire del cazzo è poco.
Prima si chiude un occhio, poi si porta pazienza, poi si chiudono anche tutti e due in nome del fatto che ci si conosce da cosi tanto tempo, poi si fa finta di non sentire… ma siamo umani, e la pazienza umana ha i suoi limiti.
Forse quell'atteggiamento ce l'avevi anche prima, e potevo non accorgermene dato che ti conoscevo da poco. Ma non è importante.
Quel che invece conta è che ti stai dimostrando egoista e per niente interessato agli altri, e che per giunta non ne sei consapevole.
Tralasciamo il fatto che qualche mese fa sei arrivato a intavolare una discussione sul "perchè bisogna andare in discoteca" e simili, portando come argomentazione che le tue proposte erano tutte di quel tipo perchè volevi il bene di tutti… e che non era un tuo personale interesse, noooo….
Hai così tanto bisogno di scopare? La soluzione è semplicissima: MARAUTO!
O semplicemente ti diverti a chiamare gli amici solo quando c'è bisogno di "pali" o non hai altro di meglio da fare?
E guai se per caso si dimostrassero interessati a una qualsiasi delle ragazze che sono nei dintorni: sono tutte tue! E guai a chi te le tocca!
Perchè finchè una non te la dà, tutte sono potenzialmente tue conquiste.
Per cui usciamo con tutte, facciamo amicizia con tutte, spariamo nel mucchio: non si sa mai…
Sai quanto me ne sbatte che le ultime tue "conquiste" si siano rivelate un fallimento? Visto come gestisci queste povere creature, probabilmente tale risultato è stato più che meritato.
E la cosa più penosa…
La cosa più penosa è che hai bisogno di attaccarti regolarmente a qualcuno, qualcuno che consideri il tuo "guru", il tuo maestro del momento e che ti supporta in tutte le tue idee. Maestro che sarà, suo malgrado, scaricato non appena ne troverai uno di più valido.
Lui solo merita la tua stima. Lui solo ha il diritto di "privarti" di qualche possibile conquista. Guai se gli altri osano solo pensarci!
Guai a loro!
Se poi a questo si aggiunge il detto "chi va con lo zoppo impara a zoppicare", il quadro è più che completo…
Te lo dico: sei solo un debole.
Ti atteggi a figo, ma sei un uomo come tutti gli altri.
E quanto te ne accorgerai… non dico "sarà tardi", ma "cazzi tuoi!"

E queste considerazioni sono il risultato di riflessioni degli ultimi mesi, tra l'altro (ho scoperto, con mia sorpresa) condivise da ben più di qualcuno…

Ah, visto che non ti bastano mai, ne vuoi altre due?

… e fatte 'na sega!

ps: a chi sia riferito questo sfogo non è dato saperlo. Ognuno può pensarla come vuole. Il fatto di non essere il solo (anzi…) a pensarla così mi fa riflettere sul fatto di non essere del tutto sulla strada sbagliata.
Dimenticavo… per quel che mi riguarda, io me ne sbatto allegramente le palle. E no, non ti porto a caccia dove ti avevo detto. Andrò lì, ma per divertirmi, e con amici.

The extra-pounding reloaded

Bene. Sono le 21.11 e sto aspettando che arrivi qui il primo malcapitato da sottoporre a colloquio di ricerca. Si, ho qualche idea per la tesi e ho l'occasione di lavorarci su.
Sono in anticipo, è vero… sono appena a metà studi! Ma preferisco prendermi avanti e non ritrovarmi con l'ansia da "ultimo minuto".
Ansia. Si, la natura ce l'ha fornita come autodifesa, come anche le reazioni allo stress del nostro SNA, solo che in quest'epoca ne abusiamo, anche parecchio.
Dovrei saperne qualcosa, no? Mi riferisco alle mie esperienze passate di ormai molti anni fa.
Ma ultimamente per star dietro a tutto ho tirato un pò troppo la corda, e mi ritrovo nuovamente nelle stesse condizioni.
Però stavolta è diverso. Niente depressione, niente crisi esistenziali. E so come gestire questa cosa. Almeno, lo spero! Per ora è tutto sotto controllo.
No, vi è andata male. Non vi liberate cosi facilmente di me 😛
Tutto questo comunque mi porta a riflettere su cosa potrei aver lasciato in sospeso, cosa potrei aver dimenticato per strada. E la risposta è presto detta…

E' sempre la stessa storia.
Amici? Veri amici, o falsi amici?
Qualcuno me lo sta mettendo (nuovamente) in quel posto? Si, e non parlo di una lima…
Per me un amico è una persona con cui si può "pensare ad alta voce". Con cui non ci sono mezze parole, con cui non ti devi far nessun problema, su cui puoi fare pieno affidamento, sempre.
Se uno si dice amico, e non corrisponde alla descrizione, come lo devo definire?
Si, ancora una volta devo ridefinire il concetto di amicizia.
E si, devo concludere una faccenda. Chiarirla una volta per tutte. Perchè è in sospeso, un chiarimento vero non c'è mai stato. E credo di dover tentare, di dovere una spiegazione anche io. Anche se non verrà accettata, anche se non sarà sufficente. Ma ci devo almeno provare, a levarmi questo peso dallo stomaco.
Se l'occasione ci sarà, non sarò di certo io a tirarmi indietro.
Confido nei prossimi giorni.