Thoughts over our souls… and roads

Ultimo post dell'anno… forse.
Sicuramente troverò il momento di fare un ennesimo bilancio di un anno che ha portato molto, di positivo quanto di negativo… ma non è questo il momento di rifletterci… o forse si, vediamo cosa esce dalla mia mente e dalle mie dita.
Ci sono Questioni importanti. O almeno, che sento come molto vicine.
Ad esempio, una di queste è relativa alle nostre anime, intese come lifestyle, o meglio, beingstyle. Troppo complesso? Macchè.
Sam mi ha messo di fronte al fatto che ho un'anima polimorfa. Forse non è che sia polimorfa, ma piuttosto essa si esprime in modi diversi, a seconda delle situazioni. E so con certezza di non essere l'unico a essere così.
Forse alcune volte abbiamo bisogno di riflettere, e si appare più profondi, altre di fare casino, e si appare più superficiali. Ma come siamo in fondo lo sanno solo le persone che ci conoscono sul serio, quelle che ci vogliono bene. Quelle che riescono ad andare oltre alle apparenze e a capire cosa c'è dietro la maschera.
A questo discorso si aggancia quello di trovare delle persone che riescano ad andare oltre a questo fossato. A vedere al di là della nebbia delle apparenze.
Forse è per questo che spesso tutto esplode. Se manca quell'intesa, non c'è attrazione che tenga, non c'è desiderio che possa mandare avanti una macchina senza ruote.
D'altra parte, se c'è quell'intesa, tutto il resto passa in secondo piano.
Il 2007 è stato l'anno delle svolte, delle crisi e delle separazioni. In tutti i sensi, dalle storie che finiscono, alle amicizie che esplodono, alle scelte radicali che influenzeranno per sempre la vita.
Tutto questo era prevedibile? In parte si.
Forse guardando oltre il momento, cercando di trovare quel quid di cui parlavo qualche riga sopra, si poteva avere il sentore che c'era qualcosa che non quadrava. Ma spesso si preferisce vivere l'attimo, sapendo che è irripetibile, sperando che duri in eterno. Sapendo in partenza che è un'illusione…ma va bene così.
Io non faccio eccezione. Forse sono anche troppo bravo a illudermi, forse tenderei a dipingere di rosa anche i momenti più instabili. Sono un sognatore, un idealista? Sicuramente si. Ma va bene così. Mi vado bene così.

Ieri uno dell'università scriveva che non riusciva a capire cosa stesse capitando al suo gruppo di amici, che improvvisamente si trovavano ad essere meno uniti di prima. Ognuno preso dai propri impegni, dai propri interessi, da qualcosa di più grande.
Forse quel quid in questo caso manca, o meglio, non è condiviso.
In un gruppo solido la prima cosa che deve contare è il gruppo stesso. Non come una unione quasi morbosa, ma nel senso che se si considera stare insieme importante, tutto il resto deve esserne in qualche modo condizionato. Questo non vuol dire annullarsi, perdere la propria identità, ma avvicinarsi, mettere da parte la propria presunta superiorità in nome di qualcosa che unisce. E sacrificare qualcosa di sè, qualcosa che rispetto allo stare insieme è irrilevante.
Si può parlare di un gruppo se ognuno non porta il proprio personale contributo, e non è disposto a mettere da parte qualcosa allo stesso modo? Siamo forse troppo innamorati di noi stessi?
La stessa cosa riguarda i rapporti di coppia. Quanto siamo disposti a sacrificare in nome di quello che proviamo? Quando conta il rapporto? Le cose sono legate. In ogni relazione vi sono delle regole, queste impongono limiti, limiti che noi stessi siamo liberi di rispettare o meno. Possiamo scegliere di rispettare l'altro, di renderci conto che ha diritto a esistere quanto noi, che quello che proviamo va oltre l'umana comprensione ed è importante quanto l'esistenza stessa. Oppure possiamo giocare, pensare che stare insieme sia solo una questione di sesso, che prima di tutto c'è il sè e poi, molto poi, l'altro, che è solo uno strumento, un valore aggiunto, un optional.
Sempre un quid che fa da ago della bilancia. Peccato che sia un quid che pesa come un blocco di ghisa.
Che porta la lancetta da un lato, o dall'altro, senza dubbi nè incertezze.
E che quest'anno è arrivato come un meteorite sulla terra. E direi che di danni ne ha fatti!
Prevedibili? Pensandoci sopra, si.
Era tutto già scritto? In parte si.
Abbiamo una parte di responsabilità personale, sicuramente, nel controllo degli eventi, che non sono completamente casuali nè già scritti in qualcosa che molti chiamano destino. Ma probabilmente nostra responsabilità è che molte volte ci rifiutiamo di vedere quello che abbiamo davanti agli occhi.
E preferiamo vedere non la realtà, ma quello che vogliamo.
E io non faccio eccezione. Anzi.
Come finirà? Ognuno ha una sua strada, diversa dagli altri. Talvolta le strade si incrociano, casualmente o meno. Si tratta di vedere se ha senso andare verso la stessa meta o se è un wish irrealizzabile. O se la nostra personale destinazione ci trascina in maniera così forte da farci andare a duecento all'ora, impedendoci di vedere che il mondo è molto più grande di come ce lo immaginiamo.
Together or alone? You have the key.

My life between a director and heavenly demons

Qualche mese fa, finchè ero in vacanza, riflettevo su come alcune cose della vita sembrino talmente strane o assurde che parrebbe quasi essere un puppet in balia di qualcuno…
…io mi accontenterei di capire perchè accadono fatti così singolari e coincidenze così incredibili, talmente assurde da far credere anche a me di essere perennemente addormentato e prigioniero di un sogno che sembra costruito ad arte da un regista che non si fa scrupoli della sorte del protagonista.
Ultimamente mi viene da pensare che questo regista, o "grande demone celeste" per usare un termine che mi piace, è la nostra mente. O meglio, quella parte della nostra mente che si fa mille problemi, mille pare mentali, che si rifugia in ragionamenti assurdi quando invece la soluzione è semplicissima e a portata di mano.
Ma pensare che sia esterno a noi è sicuramente più confortante. Ci deresponsabilizza.
Lo chiamiamo destino, fato, Dio… mille nomi per dire la stessa cosa.
E tutto questo perchè non abbiamo abbastanza coraggio per prenderci la responsabilità delle nostre azioni. Perchè ci crediamo deboli.
Dalla fine delle vacanze estive io posso dirmi in baruffa con Dio.
Me ne son capitate troppe per pensare allegramente che lui sia lì, buono, che veglia su di me e su tutti gli altri.
La conclusione che me ne viene è che lui non esiste, e che se esiste è un fottuto bastardo.
Ecco, adesso schiere di papaboys e fondamentalisti cristiani inizieranno a tirarmi pietre, ad accusarmi di eresia, e a cercare di riconvertirmi dicendo che dio è buono, che una cosa negativa è comunque un messaggio che ci manda e che comunque lui pensa sempre al nostro bene, ecc…
Balle.
Non posso più crederci.
Sarò un idealista, ma come si fa a credere nella giustizia divina?
Basta guardarsi attorno. E rendersi conto che il bene e il male lo fanno gli uomini. E basta.
E' sconfortante, perchè ciò ci responsabilizza.
Credo che l'unico modo di stare bene sia fare di tutto per essere felici, senza aspettarsi giustizia nè aiuti dal grande demone celeste. Anzi, partendo dal presupposto che quando tu stai cercando la felicità, qualcun altro, invidioso, sta cercando di insidiarla.

Si avvicina il Natale, mancano meno di due giorni.
E mai, mai avrei pensato di passarlo riflettendo cosi tanto.
Forse dovrei ringraziare chi mi ha dolorosamente aperto gli occhi.
Ma visto che non voglio cadere nell'ipocrisia di quei milioni di persone che parlano bene e razzolano male, sfrutterò l'occasione per fare gli auguri alle persone che contano, che lottano per quello in cui credono, alle persone che per me sono speciali… e a quelle che non lo sono più.
Non auguri generici di buon natale.
Auguri di buona Vita. Si, quella con la V maiuscola, Alla continua ricerca di felicità, di qualcosa che manca, di un motivo per andare avanti, della forza di essere registi e protagonisti della nostra esistenza.
Forse questo è l'augurio più sincero che mi sia mai venuto…così spontaneo.
E un grazie a tutti quelli che mi sono vicini in questo periodo… di cuore…

Do the right thing!

Settimane intense e contemporaneamente pesanti, ma per fortuna conclusive! Mille cose credo stiano andando al loro posto, e non posso che esserne sollevato!
In effetti ora come ora non posso dire di sentirmi bene, ma sollevato si, anche perchè una cosa finalmente è arrivata a una conclusione, e anche se non è quella desiderata, poco importa perchè almeno adesso respiro!
La notizia rilevante è che Doctor Bryce è finalmente davvero dottore! Dopo 7 (SETTE) anni e passa di fatiche, ma soprattutto di musica, chat, skype, giochi di ruolo ecc, ha raggiunto la laurea in ingegneria edile…triennale.
E mentre il papiro sarà visibile tra qualche giorno nella solita sezione papiri di laurea, le foto sono già in galleria, pronte per essere guardate dall'intero pianeta e commentate. Appunto, commentate! Sarìa ora!!
Comunque, visto che su questo blog parlo quasi solo di cose personali, devo dire che oggi è un particolare giorno. IL giorno, quello della svolta! Quello in cui finalmente tutti i nodi sono arrivati al pettine, e devo dire, ha fatto meno male di quello che pensavo.
Probabilmente perchè avevo già razionalizzato tutto ed ero preparato a qualsiasi cosa, ma soprattutto perchè studiando in questi giorni ho capito una cosa che credo sia di importanza fondamentale.
Ho capito che spesso è necessario fare la cosa giusta. Indipendentemente da quello che si aspettano gli altri, da quello che vorrebbero e da quello che noi stessi vorremmo o saremmo spinti da dentro a fare.
Facciamo degli esempi.
Con i pazienti psicopatici bisogna essere forti, incorruttibili, onesti e non mostrarsi mai deboli nè vulnerabili. Altrimenti si rischia di fare la fine delle loro 'vittime', e di non aiutarli.
Con i pazienti schizoidi bisogna evitare di cadere nella tentazione del 'bozzolo emotivo', nel quale c'è completa comprensione ma totale chiusura alle relazioni col mondo esterno. Sennò va a finire che all'interno del rapporto a due è tutto a posto, ma in realtà non li si sta aiutando affatto!
Con i pazienti masochisti si tenderebbe a essere empatici, a sacrificarsi per loro, a lasciarsi usare fino alla fine, senza riuscire a far loro comprendere che possono essere accettati per quello che sono, e che la sofferenza non è necessaria, ma è evitabile!
Con le pazienti isteriche poi, bisogna non cedere alle lusinghe e alle loro avances. E se ti arriva un cesso viene anche normale, ma se è una strafiga (e spesso lo sono!) mica è facile!

Tutto questo esempio clinico, per arrivare a una conclusione. Quale?
Che in generale, nella vita, è necessario fare la cosa giusta, quella che razionalmente è necessario fare. Anche se non viene naturale, anche se mi devo fare violenza per metterla in atto. Io di mio ad esempio tenderei ad essere empatico, forse troppo comprensivo, troppo buono o accondiscendente…e invece no! Quando è necessario, devo essere pronto a fare la cosa che mi è più difficile, se razionalmente è la più corretta!
Credo che un conflitto tra emotività e razionalità qui sia in qualche modo inevitabile.
Ma se si vuole davvero bene a una persona, se si ha davvero a cuore il SUO interesse, sia necessario anche andare contro sè stessi e contro quello che si vorrebbe fare. Nel SUO interesse, anche se probabilmente adesso non le appare comprensibile, e svaluta e si sente delusa da te. Nella speranza di aver davvero fatto la cosa giusta, e che questo venga un giorno riconosciuto. E se non lo sarà, amen, ma almeno saprò che ho agito con le migliori intenzioni, mettendo da parte tutto, per il suo bene!
Si nota che rientro in pieno in una personalità masochistico-morale? 🙂
E invece no… masochistico sarebbe stato rimanere in questa situazione, in questo modo credo risolverò tutti i problemi, soprattutto non solo i miei. Questa piccola sofferenza momentanea la supereremo, ma ce ne eviterà di ben peggiori. Prezzo da pagare per essersi 'impegolati' in qualcosa di più grande di noi!
Chiusa definitivamente questa parentesi, si torna a quello che è la mia vita.
E cioè, al momento, allo studio!
Stamattina ho razionalizzato che dare dinamica avanzato tra appena 4 giorni non è realistico, per cui ho riscritto il calendario, rivoluzionandolo. Questo significa che a febbraio avrò meno tempo libero, certo, ma dovrei riuscire a dare i quattro esami che voglio dare e anche a ritagliarmi il tempo x vivere… e per un viaggetto a Budapest, a fine febbraio, ammesso che si riesca a organizzarsi!