Instabile

Un paio di sere fa, abbastanza smonato dalla serata che si era rivelata un pò noiosetta, appena arrivato a casa mi sono messo a rileggere un pò i miei post degli ultimi anni, dall'estate 2007 in poi. Mi piace vedere il tempo che passa, come cambio, quante cose mi sono accadute… fare il punto della situazione.
Mi sono visto… sereno. Tranquillo. Soddisfatto del mio percorso, delle mie scelte.
Mi sono sentito a posto, senza problemi. E in una posizione che mi faceva stare bene.
Avevo passato un bel venerdi pomeriggio, di lavoro, ma in compagnia di una persona che per me è importante. Il che mi bastava.

E' strano vedere come in appena ventiquattr'ore possa cambiare completamente il tempo. Ora ho lo stomaco sottosopra…
Ieri ho passato un bellissimo pomeriggio… pomeriggio che ha però stravolto quella sensazione di serenità e di "defcon 5" che stavo vivendo. Notte con tanti pensieri, oltre che la pizza che non voleva essere digerita. Pensieri che si sono concretizzati in una infinità di sogni che sembravano tutti senza senso, con spostamenti e cambi di personaggi, viaggi che non riescono a terminare e risvegli continui.
Eppure, non rinnego nessuno dei pensieri fatti. Tantomeno i sogni.
Quello che più mi spaventa è l'instabilità che a tratti mi pervade… in condizioni standard sono tranquillo, sereno, stabile, è difficile che qualche evento esterno mi distolga dal benessere. Ma quando accade un fatto decisamente imprevisto, ecco che tutto questo castello di certezze e sicurezze crolla rovinosamente al suolo.

Cerco un pò di sollievo sentendo qualcuno… quell'amica che da distante continua a lavorare senza tregua. Che col suo modo di parlare un pò enigmatico, modo che probabilmente mai riuscirò a comprendere, mi rimprovera invece certi miei difetti… secondo lei io faccio i conti senza l'oste, sono possessivo, e non ultimo mi baso troppo sulle mie esperienze passate per cercare di comprendere quelle attuali.
Ora, i conti non mi tornano… partendo dal presupposto che i conti con l'oste li sto facendo, o almeno cerco di farli – cioè quando ti ascolta -, penso che ogni azione, comportamento o credenza non sia immune dalla propria storia. Altrimenti, è come non averla vissuta. Non si può "resettare" completamente il proprio passato, non si può far finta che ogni ferita non abbia lasciato alcuna cicatrice, quando lo sai bene che le ferite guariscono ma le cicatrici rimangono lì a testimoniare che "se fai così, ti fai male". E riguardo il possessivo… a parte che non mi sembra… ma quando una persona assume atteggiamenti ambigui e si allontana, credo sia spontaneo almeno all'inizio cercare di avvicinarsi e comprendere che diavolo le passi per la testa.
Senza contare che poi ognuno è fatto a suo modo. E che in qualche modo sono frutto di come sono e delle mie esperienze passate.
Certo, non respingo le critiche… le accetto e cerco di analizzarle per vedere se hanno un fondamento di verità e provare a cambiarmi, esattamente come le esperienze passate mi hanno plasmato…

Ma non posso non pensare a dove sono ora, a chi sono ora.
Al fatto di aver dato tutto, subito, in occasioni passate, e di averla presa nel culo alla grande senza tanti complimenti. E al fatto che se provo a difendermi c'è anche un perchè. Autodifesa.
Provo a difendermi cercando di capire se la persona che ho a fianco è quella che sembra essere, se è una persona con cui posso pensare di relazionarmi, cosa le passa per la testa, se ha le idee chiare, se ci tiene davvero.
E mi piace la chiarezza, la schiettezza, l'essere diretti. Preferisco un insulto diretto di fronte a tutti che scoprire che si parla alle spalle, preferisco un "no" a un "mah, anche si, ma…". Niente giri di parole. Sono semplice, e voglio semplicità, praticità. Senza frasi a doppio senso mal celate.

Ora, non sono nella condizione di scrivere con la consueta chiarezza. L'unica cosa di cui ho bisogno è un piano d'appoggio che non dondoli a ogni scossone. Per poter essere sereno come sempre.
Prova tu a camminare tenendo per mano una persona che non sa in che direzione andare.
Anche se non vuoi, barcolli pure te.

Eccomi

Venti settembre. Eccomi qui a fare una serie di riflessioni su tutto quello che ho vissuto in questi ultimi mesi.
Perchè ho passato più di un mese in Abruzzo? Perchè ho passato dieci giorni a Gracanica? Perchè mi prendo tanto a cuore i problemi dei miei amici, i problemi in famiglia, le attività in protezione civile…?
Perchè ho deciso di passare tutta l'estate senza pensare un minuto solo a me stesso, dedicando tutte le mie energie per chi aveva davvero bisogno di una spalla, di una mano, di un appoggio?

La domanda non è così banale.
Io non avevo capito ancora cosa mi spingeva a comportarmi in questo modo, a lanciarmi senza paura in impegni che mi hanno stancato davvero tanto, invece di dedicarmi come hanno fatto molti altri, quasi tutti quelli che conosco, allo spaparanzarsi al sole al mare, al cazzeggiare, al divertirsi, e al riposarsi.
In effetti, ho le pile scariche. Dovrò per forza prendermi uno-due giorni per me per ripartire alla grande ora che l'università ricomincia.
Comunque, non avevo capito ancora. Adesso inizio a capire.

Inizio a capire che è un mio bisogno, quello di dire a ogni occasione e a ogni persona che mi chiede una mano "Eccomi".
Uno scopo nella vita, ecco cosa cercavo. L'ho trovato, forse.
Quando poi incontri un'altra persona che mette sempre gli altri davanti a sé, che dà la precedenza ai problemi altrui rispetto ai propri, lasciandoli spesso accumulare e trovandosi poi impegolata a risolverli… pensi…

Pensi che forse avevi incrociato qualcuno come te. Altrimenti, cara Stefy, non sarei stato preso da questa estemporanea avventura.
Chiaro che vorrei che le nostre strade si incrociassero di nuovo, per tornare a ridere, scherzare, alleggerirsi per un attimo dei pesi che abbiamo sulle spalle, anche confidarsi e confrontarsi magari. Il segno in ogni caso l'hai già lasciato. Sia che un domani ci rivediamo, sia che no, non dimenticherò le due settimane passate assieme, al servizio degli altri.

Ora è il momento di ripartire.
Continuando a mettersi in gioco, continuando a dire "Eccomi" quando qualcuno ti chiede aiuto.
Ma casomai pensando un pò anche a me stesso, ai miei limiti, alle mie necessità… perchè non posso rischiare di autodistruggermi nel tentativo disperato di risolvere tutti i problemi che incontrano gli altri, senza dedicare un pò di tempo a me stesso. Non credo proprio sia egoismo. Casomai, spirito di autoconservazione.

Tutti pensieri già fatti ma non appresi, finora. Dovevo spingermi davvero al limite, per accettare questo mio bisogno.

Ma in ogni caso ci sarò.
Per te, per gli amici, per la famiglia, per chiunque mi chieda di esserci, ci sarà un "Eccomi".
Con un occhio di riguardo comunque anche per questo corpo umano che chiede a gran voce: "riposati, ogni tanto".

ascoltando Provo a difendermi dei Negrita…

Non so se leggerai queste righe scritte da una persona che ti ha voluto e ti vuole tuttora bene, che ha provato a darti tutto quello che poteva ma tu non potevi ricambiare come avrebbe desiderato…
Sappi solo che non c'è stata una sola parola che non venisse dal cuore, che ogni cosa detta è stata detta per te e per scardinare le catene che ti bloccano, e che il mio più grande rammarico è quello di non essere come tu avresti voluto io fossi, di non aver potuto starti accanto e aiutarti di più a superare i momenti difficili che stai passando.

Lo sai ormai come sono fatto… non riesco a non interessarmi dei problemi degli altri, li vivo, ne assorbo la carica emotiva come una spugna, estraniarmi per provare a trovarne una chiave di volta è difficile ma ci sono quasi sempre riuscito… quasi perchè stavolta no. Forse sono più grandi di te, più grandi di me, più grandi di noi… sappi che io ci ho provato, ma da un lato le differenze tra di noi sono innegabili, dall'altro lato temo… ma temo veramente… che tu abbia una paura dannata di risolverli, questi problemi… perchè vorrebbe dire che diventeresti tua, e una volta tua potresti donarti davvero a qualcuno… e questo te lo dico col cuore in mano…

Io te lo auguro con tutto il cuore, se così è, di romperti le scatole e di iniziare davvero a travolgere con la forza che hai tutti i blocchi stradali che hai dinanzi… perchè forza ne hai, non sei una deboluccia! Solo tira fuori tutta la forza, la grinta, e l'amore che hai e combatti i problemi una volta per tutte… non attendere oltre.
Vuoi andare a piccoli passi… va bene, ma accelera ti prego. Non puoi ipotizzare di aver risolto tutto a ottant'anni, devi vivere, devi essere felice! E' questa la cosa che voglio prima di tutto!

Io ti devo ringraziare, per i bellissimi momenti passati insieme, per le giornate e le notti in cui ci siamo tenuti compagnia. Sono stato bene, soprattutto sono riuscito a farti star bene anche se solo per degli istanti. Sono ricordi che mi porterò preziosi dentro, sperando che lo stesso sia anche per te.

E non aver paura di amare, mai… l'amore è l'unica ragione per cui tutti siamo qui.

"Quel piccolo spazio per te ci sarà sempre… Ti voglio bene…"