Frailty

Non ho una gran voglia di scrivere. Avrei talmente tante cose da dire sull'ultima settimana che me ne passa del tutto la voglia. E poi sono stanco, voglio riposarmi un pò, almeno una notte, dopo una settimana vissuta “a buso”.
Dunque lascerò che sia qualche altro a scrivere…

La fragilità non è all'origine della cattiveria e della volgarità. Non è la fonte del male. Anzi la percezione del proprio limite porta a considerare e a capire il limite degli altri. La violenza è data dalla constatazione di non essere forti come si vorrebbe, dalla delusione di non avere ottenuto il successo a cui si pensava di aver diritto. Lo scarto tra il desiderio di potenza e la cronaca scatena la furia e pulsioni che annientano, oltre alla vittima, anche la propria umanità, poiché questo non è un uomo.
L'uomo fragile non è mai violento.
C'è chi uccide ogni giorno e poi una volta salva una vita e lo fa per mostrare il coraggio e l'eccezzionalità dei gesti. Questo non è un uomo.
E' solo attraverso le piccole cose che si scopre l'uomo, nella comprensione di ogni giorno, nel poter guardare in viso l'altro da sé e coglierne i segni del dolore visibili in un'espressione che sa di fine, mentre si chiede inutilmente perché ancora dolore. Una domanda che rimanda alla paura.
Se non si conosce il perché del dolore, tutti i perché, di qualsivoglia origine, finiscono per disegnare un mondo di mostri, in cui si è vittima inconsapevole di un destino che è in mano all'ignoto. E allora l'uomo diventa un mostro guidato da un mistero fatto di mostri.
C'é un dolore talmente forte che persino i pensieri fanno male e ogni considerazione sanguina. La vita diventa un torrente insanguinato e ogni affermazione è dolorosa e produce dolore.
Non è possibile consolarsi se si è avvolti da questo mondo impaurito. Occorre che ci sia un uomo vicino che ricordi che anche dopo un temporale che ha sradicato un villaggio uscirà il sole e risplenderà la luce, e che gli uccelli cinguetteranno e la vita continuerà.
L'uomo del dolore, della fragilità, l'uomo della comprensione, l'uomo della consolazione.
Questo è un uomo, questo forse è l'uomo.

E io non amo il potere, l'ho sempre sfuggito, e quando mi ci avvicinavo, sentivo un terrore che mi faceva scappare e mi riportava a iniziare una strada nuova lasciando quella che faceva intravedere il successo e l'encomio, che sono ancelle del potere.
Cerco un dio della fragilità, un dio minore che sappia capire e amare, ascoltare e aspettare vicino a me che temo la solitudine e il dolore, nel deserto, nel mio deserto.
Un dio piccolo che aiuti con la propria paura, che affermi che questo mondo è malato e quest'uomo non è un uomo. Questo è Dio.
Non posso condividere lo stesso dio dei despoti, di chi non mi vede e non mi sente quando piegato mostro il mio costato tappezzato di macchie di dolore. Voglio un dio che abbia paura della morte anche se eterno.
Non voglio un dio che si erga nella giustizia assoluta, nella potenza illimitata, nella intelligenza soma e perfetta, tanto da non essere perfettibile. Sarebbe un dio che non conosce i sentimenti, l'angoscia dell'errore, la voglia di accarezzare mentre si produce un lamento di dolore.

L'uomo di vetro, Vittorino Andreoli

This is not our time…

E' appena una settimana che è passata l'adunata a Bassano, eppure sembra sia passato un secolo. Tutto è tornato esattamente come prima, si è ripresa la vita di tutti i giorni, a studiare per preparare l'esame fatto ieri. E se all'adunata ho sperimentato cosa voglia dire cadere rovinosamente a terra correndo un pò sbronzi in discesa, rovinandomi un dito della mano, ieri ho scoperto che fare un esame dopo essersi sbronzati la sera prima non è così male.
Che poi… non è che abbia bevuto tantissimo, ma ero del tutto storto! Chissà poi come mai :p
Poi ieri dopo l'esame son rimasto giù a Padova con gli altri dell'università, e ho passato una piacevole serata tra amici.
Ci sono amici e amici. Quelli con cui puoi parlare del più e del meno, ma son sempre discorsi superficiali.. amici con i quali senti che non puoi essere te stesso al 100%, con i quali non riesci ad aprirti del tutto. E amici con cui ti senti talmente in sintonia che qualsiasi cosa passi loro per la testa la senti pure te.
Una volta queste sensazioni le provavo pure a casa. Ma ora no, tranne che con qualcuno. E non so se con queste persone di fatto appena conosciute sarà sempre così, ma per ora mi basta. Non so nemmeno se son cambiato io o se siano cambiati i vecchi storici amici e le reciproche esigenze, ma non mi importa. Per ora mi basta. Sto cercando la mia dimensione, delle persone con cui star davvero bene, e qualcuna l'ho trovata.
E qualche altra forse, e non così distante. Ci conto, ci spero. Madonna che serie di pensieri per la testa… anche ieri sera, nonostante fossi in un posto, la mente era totalmente altrove.

Il discorso ieri sera è caduto alla fine su Ligabue, e su come molte sue canzoni siano decisamente rappresentative della nostra vita.
E all'improvviso mi è venuta in mente non è tempo per noi, e in particolare una strofa…
se per ogni sbaglio avessi mille lire, che vecchiaia che passerei!
Non me la levo dalla mente sta canzone, e non solo io!
Di sbagli ne facciamo tanti… pare che funzioniamo per prove ed errori. Poi dicono che sbagliando si impara, ma com'è che imparare è così difficile?
Forse non vogliamo imparare. Forse ci piacciamo così.
O forse ci facciamo troppi problemi nel ricordare i vecchi sbagli, al punto che non riusciamo a studiare soluzioni migliori alle cose che ci capitano tutti i giorni.
Non so se ci siano risposte a queste domande. Spero di trovarle, un giorno. Non è tempo per noi, e forse non lo sarà mai… ma io conto di farcela un giorno, a essere a tempo…

Stairway to…?

Tornati da Roma. E ripreso seduta stante la vita di tutti i giorni.
In pratica il viaggio non l'ho quasi neanche sentito, a livello di riposo mentale! Però finalmente ho visto la città, rivisto un vecchio amico che vive lì e passato quattro bei giorni con un paio di amici. Che ringrazio per la compagnia!
Le foto sono già tutte online… e a breve, tempo permettendo, metterò online anche i filmati su youtube. I filmati sono sempre del solito tipo eh!
Tornato a casa ho ricominciato tutto esattamente come prima. A parte che svegliarsi la mattina ed essere sul mio letto è stato un trauma, la parte più pesante è stata ritornare alla vita reale, e rendersi conto che se anche tu sei un minimo cambiato, il mondo intorno a te è esattamente sempre lo stesso…
Tanto che la voglia di evadere, di andarmene di qui, di cambiare aria, si fa sempre più forte!
Peccato che debba resistere ancora qualche mese. Sempre che gli esami vadano come da programma e che non mi si pàrino altri cantieri stradali di fronte.
Si, mi sembra davvero di star salendo una scalinata lunga, di far una gran fatica, ma di intravederne l'arrivo. E non parlo dei soli esami.

Se a questi sommo le scariche che stanno attraversando la mia mente in questi giorni davvero si può capire perchè il periodo non sia proprio dei più semplici. Ma è anche vero che dei piccoli momenti di felicità non mancano. Almeno quelli!
E prima, finchè mi prendevo quei dieci minuti di pausa al giorno facendo una rilassante doccia, pensavo a tutte le persone lasciate per strada che hanno significato qualcosa per me. E mi rendevo conto che certi sentimenti non se ne andranno mai del tutto, nemmeno a distanza di molti anni. Qualcosa rimarrà sempre. Purtroppo… o per fortuna?
E ora? Ora la confusione la fa da padrone nella mia testa. Cosa voglio non riesco ancora a capirlo del tutto, ma inizio a intravedere una luce.
Non so se ritornerò sui miei passi e rinuncierò all'evasione… credo che ci sia solo una persona in grado di farmi cambiare idea. Nel qual caso, cambierebbe davvero tutto, e di sicuro sarebbe ancora meglio.

Lo so, è molto enigmatico, confuso e difficile… tutto a tempo debito…