Chaos into the Galaxy

Sono dei giorni un pò caotici… vuoi perchè ci sono mille cose da fare e mille impegni da portare avanti e a termine, vuoi perchè sto pensando molto, ma ho avuto l'impressione che il tempo di sia letteralmente volato!
Mi sono ritrovato ieri sera a pensare: ma l'appuntamento dalla Serena ce l'ho domani, oppure la prossima settimana? Mi pare ieri che sono andato, ma.. aspetta, giovedi scorso è impossibile perchè era il mio compleanno e sono uscito con J..
Intanto, si. Sono 27 enne. Vaccadì!
Poi. Ci sono 3 cose su cui ho riflettuto questi giorni. Dunque, iniziamo…
Domani ho un pseudo-esame (1 cfr, senza voto, 50 pagine da studiare). Una roba che pare filosofia, ma ha un altro nome, "seminario di pedagogia generale in psicologia", che con entrambe le materie non ha nulla a che fare. Bah.
Ovviamente l'ho preparato oggi, in un paio d'ore. Una palla assurda, la cosa più noiosa che abbia mai letto, peggio addirittura del programma elettorale della lega nord.
Ma nella mia filosofia di trarre qualche insegnamento da qualsiasi esperienza, vi ho trovato una frase che esplica il mio pensiero per quello che riguarda gli avvenimenti bloggistici (uh, che neologismo!) dell'ultimo periodo. Cito:
"Il conflitto non è senza dubbio padre di tutte le cose (eraclito) ma […] nello stesso modo Weber aveva riconosciuto in esso una struttura costitutiva di ogni relazione sociale (sia detto […] significa rinunciare al sogno di una società senza conflitti e lavorare piuttosto alla costruzione di una società che dia ai conflitti i mezzi per esprimersi e crei procedure, riconosciute da tutti, in grado di renderli negoziabili."
Al di là delle seghe mentali dello scrittore (un certo Ricoeur, filosofo (ma no!)) è un qualcosa su cui riflettere. Ovviamente, in modo costruttivo.
E questa l'ho detta.
Devo dire che le avventure bloggose (altro neologismo! yeee!) non sono state solo le mie, e che pure fuori di qui se ne sono viste delle belle. Per me belle, perchè, come del resto quasi tutti, mi sono fatto delle grosse risate pensando a quanto la paranoia possa pervadere le nostre bacate menti. O che sia dissociazione? Vi sono vari pensieri al riguardo, e uno fa più ridere dell'altro…
L'unica cosa che so è che qualche notte fa ho sognato che ero in macchina con un'amica vicino a casa mia, e che vedevo un disco volante in cielo. Poi, il giorno successivo, riflettendoci, mi sono reso conto che era l'enterprise!

Non sono mai stato un fan di Star Trek, ma visto che son diventato membro del gruppo startrek (fondato da… quello che si definisce "il nemico") ho iniziato a provare simpatia per questa serie!
Infine, ho riflettuto molto.
Diciamo che le parole di un amico (amico da poco, tra l'altro) mi hanno fatto riflettere.
Ha passato due, DUE ore a parlarmi di una persona, e a dirmi che tra noi ha visto del feeling… e non posso dargli torto.
Sicuramente con questa persona c'è del feeling, ma quanto non lo so. Non mi sono mai posto nemmeno la domanda di quanto ce ne fosse, di quanto vorrei ce ne fosse e anzi, probabilmente sono partito un pò prevenuto.
Però mi ha messo la pulce nell'orecchio! Ho fatto una notte in bianco (e credo sia la prima volta che discorsi come quelli mi tengono sveglio, specie dato che ero in arretrato di sonno da paura) e i giorni successivi ci ho pensato decisamente molto.
Sono davvero nella situazione che ho voluto? O forse avrei voluto dell'altro e per paura di lasciarmi coinvolgere ho preferito allontanarmi?
Si, vero, era un momento difficile. Però in fondo so che questa è anche una scusa bella e buona.
Dovrei essere forse più deciso, risoluto, farmi meno seghe mentali e puntare diretto a quello che voglio, senza perdermi in mille pensieri inutili su supposizioni (sbagliate!) su come andrà, sul se davvero siamo compatibili, sul… mille altre cose.
Anche perchè davvero, con questa persona c'era, e tutt'ora c'è, un bel feeling. Tante cose in comune, un modo di pensare talmente simile da essere sconcertante, e un modo di essere sè stessi esattamente identico.
Per cui ringrazio questo amico che mi ha fatto pensare a questa persona. Grazie Mirco! Nonostante tu sia riuscito a mettermi palesemente a disagio per due ore (nelle quali sarei voluto anche scappare) mi hai fatto riflettere su una cosa importante. Come si evolverà ancora non lo so, perchè mi rendo conto più che mai che non so cosa voglio… ma nel dubbio, come si dice, è meglio accelerare! 😉

Shut up!

Gli eventi degli ultimi giorni, in cui ovviamente includo anche la baraonda che più o meno volontariamente ho scatenato qui, mi hanno portato a trarre delle conclusioni, per la maggior parte ovvie, ma anche no.
Conclusioni sulle quali ho già parlato con più di qualcuno e che, anche se non condivise da tutti (ma per fortuna da molti), sono quelle a cui per quel che mi riguarda riesco ad arrivare.
Mi ripeto: le cose che avevo scritto ormai due settimane or sono erano riferite a più di una persona, e (fortunatamente) non c'è un profilo che riesca a raccoglierle tutte. Altrimenti di una persona del genere mi sarei già liberato da un bel pezzo. Crederci o non crederci non è una scelta che devo fare io.
Quello che mi ha lasciato di stucco è la reazione di qualcuno. Reazione che posso comprendere senza alcun problema, ma che mi pare comunque esagerata. Mi sembra davvero strano ci si sia ritrovato al 100% in quel post, mi dispiace ci si sia ritrovato, perchè non la penso così. Un dubbio doveva ben venirgli visto che più di qualcuno mi ha detto che ha dovuto arrampicarsi sugli specchi per trovare una giustificazione a certe accuse. Rasoio di Ockham, la risposta più semplice era quella esatta: non erano rivolte a lui. Punto.
Ora torniamo a noi, e alle conclusioni a cui sono giunto.
La prima, confermata anche da alcune parole sentite ieri, è che è essenziale stare zitti. Non importa che ci siano problemi, che dietro a un velo di normalità e assoluta serenità ci siano vecchi rancori, antipatie, fastidi che non si dicono. Meglio tenerseli, covarseli dentro, per il quieto vivere comune. Affrontarli e risolverli è deleterio.

Non sono d'accordo, per niente. Ci tengo a dire che certe questioni avevo provato più di una volta ad affrontarle a voce, e con tutti quelli a cui mi riferivo. La risposta più bella è stata un confronto che ha chiarito quasi tutto (e col tempo, tutto), la neutra è stata il silenzio, e la più pesante: non pensare neanche queste cose sennò con me hai chiuso.
Dunque, dovevo fare così. Tenermele per me, perchè, anche se condivise da qualcuno, era meglio se, per il quieto vivere, non venivano a galla.
Con qualcun altro il dialogo c'è stato, ci si è cazziati per ore ma alla fine ci si è sfogati, si sono risolti i problemi e nonostante i torti subiti si è andati oltre, e si è ripreso in mano il rapporto, che sicuramente da parte mia è più vero di prima.
La seconda conclusione sorge da qui.
Come mai con qualcuno si riesce ad andare oltre le parole, i dissapori, i problemi, anche i torti, e il rapporto può continuare, anche in modo migliore di prima probabilmente, e con altri no?
Forse la risposta è talmente banale che nessuno vorrebbe sentirla.
Non siamo tutti uguali. Semplice, eh?
O forse il rapporto non è mai stato più di una conoscenza. Altrettanto fastidioso da sentire, se non di più. Sicuramente da parte mia ho sovrastimato molte persone e molti rapporti, e allo stesso modo sottostimato altre, ma credo di poter sbagliare anche io. Anzi, forse sbaglio di più.
Per quel che mi riguarda, se con una persona che conta c'è qualche problema, un fastidio, un qualsiasi dissapore, di mio cerco il dialogo, in tutti i modi possibili. A parole a tu per tu, a frecciatine, nei modi anche più sbagliati forse, come si è rivelato un errore un post pubblico. Ma lo cerco. Non voglio pensare che sia preferibile un muro di indifferenza e sordità per sopportarsi a vicenda.
Perchè in un rapporto così di amicizia io ne vedrei ben poca.
Solo se della persona non me ne frega niente, allora zitto e mosca.
E vedo che con alcuni il rapporto ha fatto sempre passi in avanti dopo una "scazzottata alla bud spencer & terence hill", in senso metaforico ovviamente. Probabilmente il primo cazzotto l'ho mollato spesso io, per il carattere da Gregory House che mi ritrovo, ma comunque alla fine è finita a risate e birra. Risate perchè una volta sistemati i problemi, questi sembrano così delle cazzate… e forse perchè lo sono proprio!
Piccola parentesi… questo intendevo con il "dirsi su non negativo".
Dunque.
Un rapporto di amicizia che, come ho già detto, crolla così miseramente (lo ritenevo incrinato anche prima, dato che ci si cagava solo se costretti), come lo si può definire?
Come si spegne un pozzo petrolifero in fiamme? Chiedetelo a chi ci lavora… con una bomba.
Io ne ho lanciata una, pure a frammentazione (dato che ha colpito più persone).
Questa risolve sicuramente il tutto. E so anche che l'intenzione conta fin là, che non è tutto, anzi. E si risolverà in un modo o in un altro.
Il come non dipende solo da me. Almeno saprò chi ho intorno.

ps: non scriverò più di questioni che non riguardino strettamente me e solo me, non temete. Se poi i dissapori restano… ma per il quieto vivere i rospi vanno sempre ingoiati. E vale anche per chi lo fa da sempre e non parla mai.

S–>R

Una delle cose più interessanti che si possono fare è studiare il comportamento delle persone in particolari condizioni.
Una condizione a sua volta particolarmente interessante è quella classica di convivenza tranquilla, che spesso però così tranquilla non è.
Mettiamo ad esempio i casi che si leggono nei giornali. Una donna ammazza il figlio e tenta il suicidio in modo rocambolesco, dopo aver pure ferito il marito. Senza andare a citare la fonte, casi del genere sono talmente comuni che spesso neanche vengono riportati in prima pagina, ma si guadagnano al massimo quella di cronaca nell'edizione locale.
E i vicini, e chi conosce la famiglia anche da lungo tempo, esclama: non è possibile! Erano una famiglia normalissima, nessuno ha mai dato segno di problemi, anzi, erano delle persone modello!
Come si spiega?
Forse l'apparenza non è tutto ciò che conta. Forse l'apparenza inganna.
Oppure. In una classe della Milano "bene" vengono registrati fenomeni di bullismo, e poi si scopre che essi erano presenti da lungo tempo, e che i bulli in questione sono un gruppo ben saldo, che tra le altre cose tira di coca e si comporta in modo non proprio "ortodosso"…
Eppure… i genitori non si sono mai accorti di nulla, fino alla denuncia! I professori, al massimo, hanno dato dei 9 in condotta!
Forse l'apparenza non è tutto ciò che conta. Forse l'apparenza inganna.
Casi come questi sono all'ordine del giorno.
Ok. Dove voglio arrivare con tutto questo?
Adesso viene il bello.
Capita che ci sia un gruppo di persone. Un gruppo di amici, o presunti tali, che si conoscono anche da lunga data. Dall'esterno può sembrare un gruppo compatto, indistruttibile, unito da chissà quali principi, dove tutti si aiutano a vicenda e mettono il rapporto che li unisce al primo posto.
Poi basta esserci dentro e ti rendi conto che le cose non sono proprio come sembrano.
E che inoltre i rapporti sono così labili che basta un niente per metterli in crisi, snaturarli. Che ogni prerogativa personale, anche la più stupida, è più forte di ogni legame.
E cosi si formano gruppetti interni, rivalità celate, scontri più o meno aperti, che si esplicitano in un'aria decisamente pesante… aria che ieri sera era davvero soffocante.
Chiariamo una cosa: l'esprimere le proprie idee non è negativo. Il criticarsi non è negativo. Il "dirsi su" non è negativo. Basta che tutto questo porti da qualche parte, a un confronto costruttivo, e non a una chiusura.
Questo è lo stile con cui scrivo queste pagine. Per dire qualcosa di me, per dire ciò che non sopporto, per dire ciò che mi piacerebbe cambiasse. Ed è una cosa tra me e me. Se poi qualcuno si sente tirato in causa… la mia speranza è solo quella di far riflettere, tanto che ho imparato a omettere i nomi. Non servono, anzi, provocano più danni che altro, infatti se uno ci si ritrova sa che mi riferisco a lui, e dirlo a mezzo mondo non serve, anche perchè spesso i miei modi sono un pò molto acidi.
Ultimo esempio il post scritto la settimana scorsa.
Tralascio i commenti che ho visto sul sito. Da alcuni ironici (spero almeno fosse quello l'intento) a uno che mi ha lasciato sconcertato (talmente poco costruttivo, e composto di 3 parole, che l'ho eliminato)

Qualcuno si è sentito tirato in causa? Se si, ragazzi, dovreste essere almeno in 3. TRE, non uno di meno, forse qualcuno di più.
Già, perchè fino dal titolo, "too cool, to be real", si poteva capire che non era riferito a UNA persona in particolare, ma che era un collage di atteggiamenti fastidiosi di più di qualcuno.
E' stata interessante la reazione. In parte, prevedibile. Tutto sommato, divertente.
E se da un lato è stato ironico vedere che chi qualche sera prima aveva espresso a voce le stesse opinioni in un ambito privato, quando queste sono state espresse in pubblico se ne è dissociato (beata coerenza…), dall'altro mi ha permesso di dissipare ulteriore nebbia nel campo visivo, per distinguere amici da conoscenti, o peggio ancora falsi amici.
Da quando in qua un rapporto viene messo in crisi da quattro parole scritte in croce, o dette? Un rapporto che crolla così miseramente può definirsi amicale, o è piuttosto di conoscenza, per non dire di convenienza?

Non c'è altro da aggiungere, credo. Almeno da parte mia.
Resto dell'idea che ogni opinione non debba essere celata ma piuttosto esternata, non necessariamente in pubblico ma casomai al diretto interessato, tantomeno debba essere mezzo per parlare alle spalle.
Dunque a voi la parola, scritta o verbale che sia.
Il dialogo è confronto, il confronto costruttivo è progresso.