Traboccare di vita

Grazie a questa brillante manovra diversiva anche l'ottava e la nona divisione nemica sono annientate… annientati annientati! Finiti morti kaputt! Oh! E mentre la folla oceanica accoglie in visibilio le armate trionfanti che precedono l'ingresso del loro glorioso imperatore, inclito, munifico, preclaro, sicumero, ottundente, invitto, alfio portatore dell'immortale vessillo della sempiterna pax sphirinxiana, nelle insondabili profondità della sua mente superiore ha già preso forma il piano sublime che porterà finalmente ordine nei più remoti recessi dell'universo. E non è lontano il giorno in cui a milioni, miliardi, tutti – nessuno escluso – si piegheranno tremanti e glorificheranno la potenza ultraterrena del loro Dio, Sphirinx I dell'universo, inviato da se stesso per portare luce nelle tenebre e ordine nel caos!
E la folla, uniti i cuori in un unico grido che scuote i pilastri del cosmo, prorompe nell'immortale canto di vittoria: Heil Sphirinx! Heil vittoria finale! Heil conquista dell'universo!


Ogni volta che rileggo questo passaggio mi scompiscio dal ridere… e in effetti sarà qualche settimana che rido a crepapelle. Queste parole, in ogni caso, non sono mie nè di qualche altro essere basato sul carbonio (che si vergogna talvolta di essere alla base di molta vita intelligente) ma sono dette da Sphirinx, protagonista assieme a un altro demone di un vecchio fumetto senza nè capo nè coda la cui trama continua a cambiare nelle varie pagine, che seguono un filo conduttore nonsense non dissimile da quello del mondo vero. Demone infernale proveniente dall'affollatissimo girone dei megalomani dislessici, sphirinx possiede un intelletto superiore, anche se non è mai stato chiarito superiore a cosa… Il suo obiettivo, da millenni, è quello di conquistare l'universo. Ovviamente non ci può riuscire perchè è un esaltato inconcludente, e viene definito dagli autori "Praticamente innocuo."
"Praticamente innocuo" è anche il libro che conclude la saga della Guida Galattica per Autostoppisti, film demenziale ma anche no, nel senso che è possibile ritrovarvi molti degli assurdi presenti nella società di oggi.

Oh, ma aspetta, sto facendo dell'ironia, e ciò è male! Meglio se mi dedico a qualcosa di più costruttivo, altrimenti è come se dicessi Eucalipto al demone delle Mazzate! ROAR!
Ad esempio potrei occuparmi dell'allevamento dei criceti nani del Botswana. O di come trasformare un asino in una zebra con della pittura indelebile, di come costruire un motore a improbabilità infinita, del babelfish e di tutte quelle cose là. O ancora di argomenti seri, come la psicosi da influenza suina che sta mandando in tilt i servizi di soccorso delle varie ulss. Ma forse sarebbe meglio che lavassi i piatti, chè stanno piangendo e si sentono soli e abbandonati, poverini.

Come? Sto scrivendo un mare di cazzate? Lo so… sto bene! Si, sul serio, sto bene!… mai come ora negli ultimi anni credo. E' bellissimo stare in mezzo a voi, sentirsi pari tra i pari, ridere scherzare e non aver niente che sia rimasto in sospeso. Parlare con te liberamente, ascoltare ed essere ascoltati. Senza un giudizio, spesso senza che ve ne sia motivo o necessità, anche solo di cazzate, solo per comunicare "ci sono, sono qua". E vedere che le serate passano alla grande, si ride, si scherza, talvolta si affrontano questioni serie, talvolta si sbevazza senza ritegno, ci si confida senza timore, ci si confronta, ci si vuole bene, ci si aiuta, ci si sorprende, si può arrossire e commuoversi senza problemi, si può respirare, a pieni polmoni.

Di tutti i regali che potevamo farci, questo è senza dubbio il più bello, e il più gradito. E raramente ti ho visto così al limite tra l'imbarazzo e la commozione… e l'unica domanda che mi sto ponendo è se quello che stiamo donando abbia un valore rispetto a tutto quello che stiamo ricevendo. Solo il vederti felice, spensierato, vedere tutti i miei amici al top sarebbe stato anche abbastanza. Esserci, è il massimo.

Questo stare bene mi porta a riconsiderare alcune scelte. Vedremo, se l'anno prossimo resterò in questo appartamento. Non è l'università, non è il lavoro, non è la necessità di stare lontano dai miei quello che conta ora. Ma è il posto dove se potessi non lascerei finire mai ogni giornata trascorsa assieme.

Cierrevi e l'arte dello Zen

Un Presidente dovrebbe rappresentare. Dovrebbe essere una figura che oltre a coordinare ed a essere un punto di riferimento nella gestione di un qualcosa, ne fa da portavoce e ne è un'immagine rimpicciolita. Dovrebbe presentarla per quello che è presso gli altri. Dovrebbe mettere la diplomazia davanti al proprio carisma di "politico". Dovrebbe vedere il proprio incarico come un servizio, non come possibilità di averne un tornaconto economico.
Dovrebbe in modo altrettanto forte, avere le palle. Portare avanti quelli che sono gli ideali e l'etica del gruppo in modo autorevole, ma senza essere autoritario e tantomeno senza dimenticare la diplomazia e il rispetto.

Ora, se faccio parte di una certa associazione di appassionati di radio, che incarna ideali che al giorno d'oggi sono quasi morti, riassumibili da quella frase che fu detta all'esame di ormai quattro anni fa – "ricordatevi che siamo tra gentiluomini, per cui comportiamoci da gentiluomini" – mi piacerebbe che tutti li seguano come se fosse la loro condotta di vita.
Certe volte mi piace immaginare, che questo sia un piccolo scorcio di un bel mondo che muore.
Purtroppo poi arrivano delle mazzate che ti fanno risvegliare da un bel sogno mescalinico rose e fiori, e ti riportano in un mondo che non corrisponde più da un bel pezzo a quello che vorresti fosse.

Un Presidente dovrebbe mantenere una condotta ineccepibile. In quanto rappresentante veneto, dovrebbe farsi portavoce, e non rischiare mai e poi mai di mettere in cattiva luce tutta l'associazione presso altri. In particolare presso le autorità. E sentire questa persona letteralmente mandare "in figa de so mare" funzionari o consiglieri perchè non avevano accolto nei tempi che lui stesso aveva deciso delle richieste che probabilmente o avrebbero richiesto mesi, o non avevano ragione di essere ascoltate, certamente rischia di creare una frattura nei rapporti tra istituzioni e l'associazione che non ha precedenti.
In effetti, è quello che succede anche in politica, grazie a esponenti di tutti gli schieramenti che non possono dirsi proprio degli esempi di moralità da seguire…
Di fronte a una cazzata tanto grossa, il mio coordinatore, che sta subito sotto al presidente, e che non ne condivide nè i modi nè l'idea di incarico come trono, fa l'unica cosa che può fare per salvare la propria faccia e quella dell'associazione. Si dimette.
Per mettere in luce alle istituzioni e all'associazione stessa che lui a questi giochi di potere non ci sta.

Essendo il coordinatore pure un mio amico, mi ha raccontato queste cose al telefono dopo che gli avevo chiesto ma perchè hai mollato? Sei stato un grande nel periodo dell'emergenza in Abruzzo, hai lavorato di più di quando non eri ancora in pensione, hai speso soldi ed energie per qualcosa in cui credi, e ora molli?
E alle sue risposte, io gli chiedo ma perchè queste cose che mi hai detto non le riferisci anche al direttivo nazionale, così che possano anche loro prendere posizione e far cadere questi imbecilli che fanno finta di rappresentarci ma in realtà si fanno allegramente i cazzi loro mettendo in cattiva luce tutti quanti?

Mi ha spiegato… che innanzitutto il grande capo già sà con chi ha a che fare nel direttivo veneto, e pure le altre sezioni sanno ormai che razza di personaggio questo presidente sia. Certo, non sanno questi ultimi "dettagli", il "va in figa de to mare" che ha rivolto animatamente ai funzionari. Ma non ritiene accelererebbe un processo che è già iniziato e che porterà in ogni caso all'isolamento di questo coglione e delle sue braccia destre.
"Strategia Cinese" o Zen, l'ha chiamata. Non perdere tempo a far battaglie inutili, ma rimanere saldi nei propri principi e restare un gentiluomo, come lo spirito dell'associazione vorrebbe tutti i membri fossero.

Riflettendoci, è la strategia migliore. Permette di salvare il salvabile, che probabilmente sarà molto, mantenendo al primo posto quella che è l'immagine di quello che tutti nel gruppo aspiriamo ad essere. Portare avanti un hobby e uno spirito da "Old Men", e portare queste due cose anche nel servizio agli altri, dando in questo modo un contributo alla società non solo in termini tecnici, ma anche in termini di valori.
Tra l'altro, incazzandosi in questo caso non si risolve nulla. Condurre una battaglia di trincea, senza nemmeno che vi sia un qualcosa da conquistare, non serve a nulla. Energie sprecate. E allora, perchè fare un '48 se non ve n'è nessun beneficio? Perchè buttar via energie preziose che possono essere impiegate in maniera migliore, e forse anche più utile?
Credo qui si veda, a mio avviso, la maturità di una persona. Non è solo l'età, perchè lo stesso spirito lo ritrovo anche in alcuni colleghi e amici. Portare avanti le proprie idee, dirle senza paura, ma al contempo ignorare i barboncini che urlano e strepitano per il solo fatto che si passa per la strada. Anche perchè solo quello sanno fare, mandare "in figa de so mare" se non gli dai la pappa, se non li coccoli, se non fai quello che vogliono loro.
E in questo caso, credo che il tempo darà proprio ragione a quello che è stato il mio coordinatore. Per me, un esempio da seguire.

Grazie Vito, forse questa è la cosa più utile tra tutte quelle che mi hai insegnato in questi pochi mesi.

L'autunno della fine di un'era

"Quando si abbraccia una teoria, si parte da quella e si cercano conferme… E se invece la nostra credenza fosse sbagliata, e avesse più senso mettersi in dubbio e cercare smentite?"

Parto da questa riflessione, come sottolineava giustamente Silvia molto "popperiana", che mi è venuta spontanea nella mattinata di ieri, dopo un confronto in casa. L'argomento è ininfluente, conta il processo di pensiero che ha messo in moto.
In ogni istante noi cerchiamo, al fine di trovare una nostra stabilità, di confermare le nostre credenze, le nostre convinzioni, senza nemmeno porci la domanda: e gli altri?
Questo non vuol dire "mi baso sul giudizio degli altri". Intendo: "gli altri hanno tante probabilità di aver ragione quanto me". Probabilmente ha ragione Kelly, quando dice che non è corretto pensare che la realtà non è in sé reale, ma è più giusto riconoscere che la realtà che conta per il soggetto è quella che effettivamente esiste per lui.

"Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello."
Matrix l'ho visto la prima volta che avevo vent'anni, ma non riuscivo in quel momento a comprendere la portata dei concetti filosofici che incarnava. Mi veniva più semplice soffermarmi sui paradossi tecnologici, o ancora starmene a ricercare le citazioni bibliche di cui è farcito.

E alla luce di queste frasi, non posso non rivedere alcuni fatti della mia vita recente.
Quando un amico mi invitava a guardare la Realtà, a cercarla, come se fosse qualcosa di dato e innegabile, una successione di fatti non contestabili e che possono avere una e una sola spiegazione, basata sulla totale innocenza di una persona in assoluto e sull'assoluta diabolica meschinità di un'altra. E non accettava minimamente, nonostante le sue parole fossero di apertura (ricordo bene, diceva che ognuno è libero di pensarla come vuole ma la realtà è una e una sola), che le cose potessero essere andate diversamente.
E la stessa persona accusarmi di ottusità perchè mi ostinavo a vederla, e vedo tutt'ora, in maniera opposta, senza accettare la sua verità.

La Verità, che bella parola… peccato sia assolutamente senza senso. A parte quello che noi vi attribuiamo.
Non esiste La Realtà, e tantomeno La Verità. Esistono tante realtà e tante verità quante noi possiamo immaginarne.
Non pensare che non abbia provato a vederla come te. Ci ho provato, più di una volta, ma i risultati mi hanno portato a cambiare diametralmente prospettiva. La necessità di star bene mi ha portato alla mia realtà, che non è superiore ad altre, che può essere contraria alla tua, ma che mi permette di vivere in pace con me stesso, serenamente, e che sta permettendo anche a tante altre persone di vivere, finalmente, appieno la propria vita.
Da questo punto di vista, si, ognuno può vederla come vuole. Ma che mi si venga a dire che la realtà è una e innegabile, no grazie. Anche perchè se tanti altri hanno, ora, il mio stesso punto di vista, forse questa realtà un minimo di riscontro funzionale con quello che ci circonda ce l'ha.

Riprendo Matrix. "Smith: Perché Signor Anderson? Perché? Perché? Perché lo fa? Perché si rialza? Perché continua a battersi? Pensa davvero di lottare per qualcosa a parte la sua sopravvivenza? Sa dirmi di che si tratta, ammesso che ne abbia conoscienza? È la libertà? È la verità? O magari la pace… Ma mi dica che non è l'amore! Illusioni Signor Anderson, capricci della percezione, temporanei costrutti del debole intelletto umano, che cerca disperatamente di giustificare un'esistenza priva del minimo significato e scopo! Ogni costrutto è artificiale quanto Matrix stessa! Anche se ormai devo dire che solo la mente umana poteva inventare una scialba illusione come l'amore! Ormai dovrebbe aver capito Signor Anderson, a quest'ora le sarà chiaro, lei non vincerà, combattere è inutile. Perché Signor Anderson? Perché? Perché persiste?
Neo: Perché così ho scelto."

Libero arbitrio, libera scelta, come lui come tutti, di costruirsi il proprio mondo, la propria realtà, per sopravvivere, e vivere in modo funzionale, al massimo delle proprie capacità.
Il battersi per un proprio ideale, per quello che vedi fa star bene gli amici e permette loro di andare avanti… Il credere ancora, ostinatamente, ad alcuni valori che per me sono fondamentali anche se per altri sono ridotti a semplici artefatti per fare del sesso.
E nonostante qualcuno mi dicesse che non aveva senso lottare, che era una battaglia persa in partenza… Ho scelto di insistere perchè sapevo che anche il mio reale aveva tutto il diritto di esistere. E che sarebbe stato funzionale non solo per me, ma anche per tante altre persone a cui tengo. E mi pare che a questa realtà un posto lo abbiamo conquistato.

Riprendo Matrix. "So che avete paura di noi, paura di cambiare. Io non conosco il futuro, non sono venuto qui a dirvi come andrà a finire, sono venuto a dirvi come comincerà. Adesso appenderò il telefono e farò vedere a tutta questa gente, quello che non volete che vedano. Mostrerò loro […] un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini. Un mondo in cui tutto è possibile. Quello che accadrà dopo, dipenderà da voi e da loro."

E io ora me ne sto qua a guardare se questo immenso stupido e narcisistico show avrà un ennesimo sequel.