A volte ritornano – 4 – il pranzo e l'esame

Queste sono solo due piccole perle, piccole nel senso che sono brevi, perle nel senso che per il loro valore hanno influito più di ogni altra cosa nelle mie decisioni lavorative.
Diciamolo una volta buona per tutte: se non mollavo scoppiavo! Anche se mi spiace non avere intorno molte persone, alcune non le sopportavo più.

Prima perla:
inizio 2005, sono a pranzo con uno dei soci, non è il 'capo', intendiamoci… e questo pressapoco è il dialogo che ne è venuto fuori…

io: e dunque con quel cliente la cosa non è andata da dio, bla bla bla…
$socio: già già… però devi capire che…bla bla, l'attacco di doom in super minchia power con l'alabarda spaziale, finchè non arriva sphirinx a conquistare il mondo ecc ecc….
io: si ma non è possibile che ogni volta che facciamo qualcosa non va bene, non pensi che forse se apprezzaste un pò più il nostro lavoro noi tecnici lavoreremmo anche un pò meglio?
$socio: non è importante, è importante il cliente che bla bla, attacco della nave spaziale enterprise da parte del malefico goblin, ecc ecc
io: no intendo, che ho bene in mente come può sentirsi un tecnico che sgobba ore al giorno e alla fine non va bene niente, non ti rendi conto che se le cose non cambiano un minimo, qua tra qualche mese o anno se ne vanno via tutti?
$socio: non credo sia un problema. Con la richiesta di lavoro che c'è in giro, credo proprio che non debba nemmeno pormi il problema. Non avete alternative a restare qui.
io: …….eh? gh!!
$socio: cerca di capire, io ragiono da imprenditore…

Eh già, c'era anche bisogno di specificarlo!!!
Chiaro che dopo questa sua frase, in cui io e tutti gli altri tecnici siamo stati classificati 'braccia', 'forza lavoro', letteralmente macchine in mano all'azienda, senza possibilità di cambiare niente, nemmeno la nostra condizione, il rapporto tra me e questo personaggio si è incrinato completamente. Diciamo che per me non esiste proprio più!

Seconda perla: devo purtroppo citare 'il capo'. che per quanto dei soci sia rimasto l'unica persona che stimo, ha combinato anche lui qualcosa che non doveva proprio fare. Fine 2005, giorno prima dell'esame da radioamatore. Ero un pò sovraccarico, avevo la testa che scoppiava, e non avevo potuto prendere un giorno di ferie. Perchè come al solito, siamo tutti utili e nessuno indispensabile. Ecco.
Decido che sto a casa. Punto. Per me l'esame è importante, non voglio che vada male, e sono completamente fuso, come cazzo faccio a lavorare? In quella devo decidere, mi dò malato o gli dico come stanno le cose? Non sono capace di mentire, dunque opto per la seconda.
E zò carne!
io: senti, capisco che c'è quel lavoro da fare da $cliente_cazzone ma proprio non ce la faccio, ho l'esame domani, un mal di testa apocalittico, e non riuscirei comunque a combinare un cazzo.
capo: cosa vuoi che ti dica??!? fai quello che vuoi!! cazzo!!
io: ao non è il caso di incazzarsi, a me interessa che tu capisca, e che non ci siano conseguenze per un giorno di assenza!
capo: come no! è OVVIO che ci saranno!
io: ma… che? non mi posso neanche prendere un giorno di ferie?
capo: certo, ma devi capire che… se fossi più grande, forse per te lavorare sarebbe più importante di fare l'esame, avresti altre priorità…

EH?!? cioè, si permette pure di decidere per me?? No ragazzo, non ci siamo proprio. IO decido cosa è importante per me, non tu. Se decido di prendere un giorno di ferie, non c'è santo che tenga, leggiti il contratto del nostro settore. E visto che mi devi un disastro di ferie…
Diciamo che uno dei difetti peggiori suoi è quello che vuole fare il 'papà' di tutti, e che pretende di educare i dipendenti, specie quelli giovani, come vuole lui. Considera l'azienda una famiglia. Ma mi sa che ha dimenticato qualcosa…!!!
Per il resto, tutti abbiamo i nostri difetti, e il resto dei suoi, tra cui la limitata pazienza e la convinzione di essere infallibile come il Papa, sono perdonabili. Ma nessuno può dirmi cosa è importante per me, lo decido da solo!!

E direi che queste due son bastate. Ma la prossima puntata ci sarà l'en plein!

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