Paralizzato

Arriva quando meno te lo aspetti. Ed è una bomba, rimani a bocca aperta.
Non puoi crederci. Tutto sembra perdere un senso, non lo capisci più se c’è o meno un senso.
Il mondo crolla, presto il mondo per come lo conosci potrebbe non esistere più.
E’ come una sirena che ti avverte che stanno per piombare su Londra tutti i bombardieri della Luftwaffe.
E ti viene spontaneo nasconderti, paralizzato dal terrore, sotto il primo tavolo che trovi.

Paralizzato. Così mi sto sentendo in questi giorni. Giorni nei quali sto cercando di far finta di nulla, perché per me la vita in qualche modo va avanti. Ma non riesco a nascondere del tutto i pensieri, che a tratti mi invadono e mi portano a qualche decina di km da qui.
Paralizzato. Perché non posso farci nulla. Non posso far sparire quel Male dalle persone a cui tengo. Tantomeno da quelle a cui tengo di più.

Sembra strano, una delle persone a me vicine che mi ha dato meno affetto, che rifugge le emozioni e l’affettività come fossero le cose più pericolose al mondo, che ha trasmesso a mio padre questa paura, il terrore che fino alla mia vita precedente è stato anche il modo di essere al mondo… E’ strano che adesso, che siamo agli sgoccioli, senta tutto questo affetto per una persona che fino a poco tempo fa era quasi un’estranea.
Sembra quasi impossibile. E mi rendo conto di quanto c’era sotto la corazza di chi si ripara così tenacemente da tutto ciò che il mondo è.

Ora sono io che mi riparo, che provo a innalzare difese per non sentire a ogni istante la tristezza e il dolore. Che riemergono però inesorabili ogni volta che sono solo, ogni volta che non riesco a tenere impegnata la mente.

Ora sono io che non riesco a non pensare a quanto tutto questo non abbia un senso.
E che mi guardo allo specchio e mi chiedo che senso abbia la vita, se deve finire in questo modo. Se finisce sempre allo stesso modo. Cosa resta, cosa rimane di noi quando la biologia si inceppa, quando la carica dell’orologio raggiunge la fine.
Ti verrebbe da correre, cercare di fare qualsiasi cosa per fuggire da quell’angoscia che tutti prima o poi proviamo. Correre e muoversi senza direzione, talmente in fretta da rimanere immobili. E a quel punto, si… che nulla ha più un senso. Che il tempo si ferma. Che il mondo cessa di esistere.

Sembra quasi un delirio tutto questo. Anzi, la mia parte razionale lo sente come tale.
Ma non è una condizione permanente. Credo anzi che in momenti come questi sia più sano esprimere il proprio dolore nella maniera più spontanea possibile.
E’ razionalizzazione… ma è quello che in questi giorni mi sta dando la forza di guardarmi attorno e di non vedere oscurità ovunque.

Mi sforzo di guardarmi attorno, di vedere quanto faccia la Vita per continuare, per non cedere alle cannonate della morte. Mi sforzo di non arrendermi, di fare anche io la mia piccola parte. Credo sia l’unica cosa che dà un senso a tutto. Anche se a volte si fatica a vederlo.

Cosa resta… ora come ora, cosa resta del nostro passaggio in questo mondo.

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