Choices (hypothetically speaking)

Trovato su un libro di quest'anno…
Attenzione: rispondete prima a entrambe le domande, poi guardate le risposte (sotto all'immagine). Altrimenti non vale…!

1) Se conoscessi una donna incinta che avesse già otto figli, di cui tre sordi, due ciechi, un ritardato mentale, e lei avesse la sifilide… le consiglieresti di abortire?

2) E' il momento di eleggere il nuovo Leader del Mondo, e il tuo voto conta molto.
Candidato A: è in combutta con politici corrotti, consulta gli astrologi. Ha due amanti. Fuma come un turco e beve dagli otto ai dieci Martini al giorno.
Candidato B: è stato rimosso dal suo incarico due volte, dorme fino a mezzogiorno, all'università fumava oppio e ogni sera beve un litro di whisky.
Candidato C: è un eroe di guerra decorato. E' vegetariano, non fuma, beve una birra una volta ogni tanto e non ha mai avuto relazioni extraconiugali.
Quali di questi tre candidati sceglieresti?


Bene, se hai risposto alle domande, ecco le risposte…
Il candidato A è Franklin Delano Roosevelt
Il candidato B è Winston Churchill
Il candidato C è Adolf Hitler
Quanto alla domanda sull'aborto…
…se hai risposto si, hai appena ucciso Ludwig van Beethoven.

Interessante vero? Fa riflettere.

Perchè un post cosi? Beh, volevo rompere la monotonia! In quanto al vero e proprio post sulle scelte, ci vorrà ancora qualche giorno…

Playing or cheating

Sto aggiornando a un ritmo mai visto prima. Tre aggiornamenti in una settimana! E neanche fossero scritti cosi per fare!
Comunque, questo lo voglio considerare una considerazione generale sui fatti degli ultimi mesi, e per quel che mi riguarda, su gran parte della mia vita. Sarà anche per via dei miei sogni (l'attività onirica ha un'intensità mai vista prima) che questo post esiste, ma questo argomento mi sta ora come ora particolarmente a cuore.
Capita che stai giocando a carte. In un gioco come il Poker, che tra l'altro ho imparato da poco, conta soprattutto la fortuna. Ci può essere bravura nel gestire le carte che ti arrivano, ma senza una buona dose di culo non c'è verso di vincere. E si gioca, tutti alla pari, e visto che tutti sono ugualmente bravi, le probabilità di vincere dovrebbero essere entropicamente uguali per tutti.

Poi ti accorgi che qualcosa non va.
Qualcuno stravince, e a poco a poco ti accorgi che non può essere tutto culo.
Qualcuno sta barando, qualcuno sta giocando sporco. Ha segnato le carte, e ci ha consegnato per giocare un mazzo truccato.
Allora puoi urlargli dietro che è un baro, cercar di far capire a tutti cosa sta succedendo. Gli altri, increduli, possono sia crederci che no. E puoi rimanere o isolato oppure diventare una sorta di giustiziere.
Oppure puoi startene zitto zitto, e cercare di evitare i suoi colpi bassi.
Oppure ancora, startene zitto zitto e imparare a fare come lui, per aprofittarsi dell'ingenuità altrui. Diventando esattamente un baro a suo pari.
Oppure… beh, ci sono infiniti modi di comportarsi, di fronte a queste cose.
Questa metafora, per cercare di intellettualizzare tutto quello che mi è capitato non solo negli ultimi mesi, ma in gran parte della vita.
Ho sempre trovato molto interessante stare a guardare come reagiscono in modo diverso le persone alle varie situazioni, sarà anche per questo che ho intrapreso lo studio della psicologia.
In tutte le situazioni della vita, si trova chi gioca sporco. Chi si approfitta dell'ingenuità altrui o semplicemente delle condizioni favorevoli a lui e sfavorevoli agli altri, abbattendo di fatto quella variabile entropica che porrebbe tutti egualmente sullo stesso piano.
E' giusto? Non è giusto?
Potrebbe esserlo fin tanto che non si svantaggia di proposito qualcuno. Se lo si fa, ci si comporta da vero baro. Ma è anche vero che cosi si vince. E per questi, nella vita, l'importante è essere dei vincenti, sempre, ad ogni costo. Anche a costo di non essere in pace con la coscienza. A patto di averne una.
E chi una ce l'ha?
Probabilmente perde. Probabilmente nella vita sarà sempre un perdente. Che sia questo il prezzo di essere onesti e sinceri nella vita?
Guardiamoci intorno. Chi è che viene visto collettivamente come vincente? E chi è che invece è visto come un perdente? La società ci ha reso schiavi di un modo di pensare dove lo scopo è avere successo, a qualsiasi costo. E dunque chi si fa scrupoli, chi è onesto, sincero, altruista, è un perdente. E non vincerà mai nulla.
Ma forse, nella sua povertà, sarà felice di essere stato coerente con sè stesso, di aver dato tutto senza pretendere nulla in cambio, senza giocare sporco ed essendo vero fino in fondo. Perdente si, ma disinteressato veramente, e in pace con la sua coscienza.
Perchè di coscienza ne ha una.

Ps: come già detto, è una considerazione generale e non è riferita strettamente agli ultimi mesi che ho vissuto. Specifico, per evitare che qualcuno si senta chiamato in causa (anche se un esame di coscienza forse dovrebbe farselo). Per me le ultime questioni sono chiuse e ci siamo spiegati a voce, ergo, non parliamone più! 😉

don't wake me up, let me sleep…

Quando si dorme, e si sogna, esce tutto allo scoperto. I nostri desideri più nascosti, i nostri traumi, le nostre paure, prendono tutti forma, senza nessuna inibizione o limitazione.
Talvolta dai sogni si può capire molto su sè stessi, su quel che si vuole veramente o che si teme accada. Sono davvero una finestra aperta sul nostro inconscio, basta solo aver il coraggio di guardarci attraverso.
Nelle ultime notti ho fatto dei sogni che si sono rivelati abbastanza illuminanti. E anche se razionalmente non sono d'accordo su ciò che mi hanno mostrato, non posso non prendere atto che anche questi sono parte di me.
Sabato notte:
"Ero a una grande fiera in riva al mare, presso un molo. C'era una torre di legno, molto alta, ma era più una impalcatura, visto che l'interno era vuoto e ben visibile. Serviva per i fuochi artificiali. Io facevo parte degli organizzatori, e allo scoccare dell'ora i fuochi sono stati accesi. Erano disposti con le miccie alla base della torre, e poi partivano tutti dalla sommità.
Lo spettacolo era appena iniziato, quando un razzo, quello che nel sogno chiamavo missile, è partito dalla base della torre, ha raggiunto l'estremità e ha fatto saltare per aria tutti insieme i fuochi con un gran boato, rovinando lo spettacolo.
A quel punto io ero con un mio collega, in una barca, che tentavamo di chiamare col telefono nautico la ditta che forniva i petardi per avere una spiegazione e nuovi fuochi, per riprendere in fretta lo spettacolo."

L'interpretazione di questo mi ha occupato due ore intere, e ciò che ne è uscito dopotutto corrisponde esattamente alla realtà, anche se in effetti fatico molto ad accettarlo. Anzi, potrei dire che ne è un quadro astratto, dato che metaforicamente la riproduce.
Ma questo è niente, perchè la notte scorsa…

"Ero arruolato in non so che divisione dell'esercito, e per prendere un grado da ufficiale dovevo anche io compiere una specie di rito: prendere parte a un volo spaziale.
Destinazione luna. Ed ero preoccupato del lancio, dei pericoli del rientro, della tuta spaziale che non mi sembrava cosi affidabile. Alla fine avevo paura sì, ma ho accettato il rischio, perchè lo volevo fare. E di quel che avrebbe potuto succedermi me ne sono fregato."

Peccato che poi sia terminato, sarei stato curioso di sentire la sensazione almeno del lancio!
Comunque, Freud, interpretami questo! Io lo sto facendo… e un pò alla volta ne sto venendo a capo!