Cierrevi e l'arte dello Zen

Un Presidente dovrebbe rappresentare. Dovrebbe essere una figura che oltre a coordinare ed a essere un punto di riferimento nella gestione di un qualcosa, ne fa da portavoce e ne è un'immagine rimpicciolita. Dovrebbe presentarla per quello che è presso gli altri. Dovrebbe mettere la diplomazia davanti al proprio carisma di "politico". Dovrebbe vedere il proprio incarico come un servizio, non come possibilità di averne un tornaconto economico.
Dovrebbe in modo altrettanto forte, avere le palle. Portare avanti quelli che sono gli ideali e l'etica del gruppo in modo autorevole, ma senza essere autoritario e tantomeno senza dimenticare la diplomazia e il rispetto.

Ora, se faccio parte di una certa associazione di appassionati di radio, che incarna ideali che al giorno d'oggi sono quasi morti, riassumibili da quella frase che fu detta all'esame di ormai quattro anni fa – "ricordatevi che siamo tra gentiluomini, per cui comportiamoci da gentiluomini" – mi piacerebbe che tutti li seguano come se fosse la loro condotta di vita.
Certe volte mi piace immaginare, che questo sia un piccolo scorcio di un bel mondo che muore.
Purtroppo poi arrivano delle mazzate che ti fanno risvegliare da un bel sogno mescalinico rose e fiori, e ti riportano in un mondo che non corrisponde più da un bel pezzo a quello che vorresti fosse.

Un Presidente dovrebbe mantenere una condotta ineccepibile. In quanto rappresentante veneto, dovrebbe farsi portavoce, e non rischiare mai e poi mai di mettere in cattiva luce tutta l'associazione presso altri. In particolare presso le autorità. E sentire questa persona letteralmente mandare "in figa de so mare" funzionari o consiglieri perchè non avevano accolto nei tempi che lui stesso aveva deciso delle richieste che probabilmente o avrebbero richiesto mesi, o non avevano ragione di essere ascoltate, certamente rischia di creare una frattura nei rapporti tra istituzioni e l'associazione che non ha precedenti.
In effetti, è quello che succede anche in politica, grazie a esponenti di tutti gli schieramenti che non possono dirsi proprio degli esempi di moralità da seguire…
Di fronte a una cazzata tanto grossa, il mio coordinatore, che sta subito sotto al presidente, e che non ne condivide nè i modi nè l'idea di incarico come trono, fa l'unica cosa che può fare per salvare la propria faccia e quella dell'associazione. Si dimette.
Per mettere in luce alle istituzioni e all'associazione stessa che lui a questi giochi di potere non ci sta.

Essendo il coordinatore pure un mio amico, mi ha raccontato queste cose al telefono dopo che gli avevo chiesto ma perchè hai mollato? Sei stato un grande nel periodo dell'emergenza in Abruzzo, hai lavorato di più di quando non eri ancora in pensione, hai speso soldi ed energie per qualcosa in cui credi, e ora molli?
E alle sue risposte, io gli chiedo ma perchè queste cose che mi hai detto non le riferisci anche al direttivo nazionale, così che possano anche loro prendere posizione e far cadere questi imbecilli che fanno finta di rappresentarci ma in realtà si fanno allegramente i cazzi loro mettendo in cattiva luce tutti quanti?

Mi ha spiegato… che innanzitutto il grande capo già sà con chi ha a che fare nel direttivo veneto, e pure le altre sezioni sanno ormai che razza di personaggio questo presidente sia. Certo, non sanno questi ultimi "dettagli", il "va in figa de to mare" che ha rivolto animatamente ai funzionari. Ma non ritiene accelererebbe un processo che è già iniziato e che porterà in ogni caso all'isolamento di questo coglione e delle sue braccia destre.
"Strategia Cinese" o Zen, l'ha chiamata. Non perdere tempo a far battaglie inutili, ma rimanere saldi nei propri principi e restare un gentiluomo, come lo spirito dell'associazione vorrebbe tutti i membri fossero.

Riflettendoci, è la strategia migliore. Permette di salvare il salvabile, che probabilmente sarà molto, mantenendo al primo posto quella che è l'immagine di quello che tutti nel gruppo aspiriamo ad essere. Portare avanti un hobby e uno spirito da "Old Men", e portare queste due cose anche nel servizio agli altri, dando in questo modo un contributo alla società non solo in termini tecnici, ma anche in termini di valori.
Tra l'altro, incazzandosi in questo caso non si risolve nulla. Condurre una battaglia di trincea, senza nemmeno che vi sia un qualcosa da conquistare, non serve a nulla. Energie sprecate. E allora, perchè fare un '48 se non ve n'è nessun beneficio? Perchè buttar via energie preziose che possono essere impiegate in maniera migliore, e forse anche più utile?
Credo qui si veda, a mio avviso, la maturità di una persona. Non è solo l'età, perchè lo stesso spirito lo ritrovo anche in alcuni colleghi e amici. Portare avanti le proprie idee, dirle senza paura, ma al contempo ignorare i barboncini che urlano e strepitano per il solo fatto che si passa per la strada. Anche perchè solo quello sanno fare, mandare "in figa de so mare" se non gli dai la pappa, se non li coccoli, se non fai quello che vogliono loro.
E in questo caso, credo che il tempo darà proprio ragione a quello che è stato il mio coordinatore. Per me, un esempio da seguire.

Grazie Vito, forse questa è la cosa più utile tra tutte quelle che mi hai insegnato in questi pochi mesi.

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