My feelings

Dire che è stata una settimana piena è poco.
A parte che è iniziata sabato mattina, e non lunedì, e la mia permanenza a padova è stata di sette giorni netti. E la differenza si sente…
Molto interessanti gli incontri a treviso sullo psicodramma moreniano. Come tecnica inizia a interessarmi non poco, e sì che l'anno scorso all'unico incontro a cui avevo partecipato non mi aveva entusiasmato molto… eppure…
Introspettiva, ecco come definirei l'esperienza di questi due giorni. Sono emerse due parole, che ad alto volume hanno sommerso tutto il resto.
Coraggio e responsabilità.
Coraggio come non arrendersi mai, proseguire nei propri obiettivi a costo di spaccarsi la schiena, per raggiungere la meta che si vede alla fine del sentiero. E sapere che non sarà un arrivo, ma una tappa di un cammino che vorrei continuasse per sempre. Coraggio nell'affrontare le difficoltà della vita, nel non arenarsi in una secca, ma di reagire e continuare a camminare, a lottare. Coraggio nel prendersi sulle spalle non solo i propri, di problemi. E nel ridefinirli come semplici situazioni, poi.
Responsabilità come impegno, come peso che mi dovrò portare sempre appresso nella mia futura professione. Non sarà un lavoro di ufficio, dove le responsabilità contano sì ma sono relative… ma un lavoro con gli altri, dove ti fai carico anche di loro, con tutte le responsabilità più pesanti che comporta questa professione.
E il peso della responsabilità lo sento già ora, figurarsi un domani… ma forse la chiave sta proprio nell'affrontarlo con coraggio.

Poi giro nel mercatino dell'antiquariato che c'era lì vicino. Trovare una cartolina, sentire i brividi sulla pelle e gli occhi inumidirsi, vedere quella che considero la mia seconda casa nel 1953. Incontaminata, come la ricordo dai primi anni dell'infanzia, come la vorrei poter vedere sempre, non inondata del traffico rombante di questo nuovo millennio.

E andare a farsi un giro a bassano, non propriamente di strada, così per mostrarle quella cittadina e per tenerle alto il morale, per non farla aggrovigliare in mille pensieri, anzi un pensiero, che tanto pensarci di continuo non è che cambi le cose.
E chiacchierare.
E sentirsi come raramente mi son sentito. Libero di parlare, di esprimere le mie emozioni forti senza trattenerle, così come mi vengono, non dovendo fare come al solito lo sforzo di trattenere le lacrime. Già, perchè se piangi non sei accettato, un vero uomo non piange. Che cazzata…
Magari tutti gli amici fossero così. Magari con tutti potessi sentirmi così.
E viene anche spontaneo aiutarti a superare il momento non proprio radioso, condividendone la tristezza e la serenità, a organizzare quel "regalo cazzata" e a tirar fuori il meglio di me per quel che riguarda scherzi e risate. Ringraziami, ma il grazie viene anche da me. Mi fa star bene aiutare, e star vicino. Forse è per quello che mi vedo ottimista per il mio futuro da psicologo.

Neve. Il 24.11.
Giocare a palle di neve e sentirsi di nuovo bambino per un attimo, brividi e gioco sereno, senza pensieri. Raro. E bellissimo.

Andare a trovare il don, passare due piacevolissime ore a chiaccherare di come si sono evolute le nostre vite negli ultimi due anni. Già, mi hai guidato per più di dieci anni, e il legame non si è indebolito da quando sei stato trasferito. Con tutte le esperienze vissute insieme, non si indebolirà mai.
Discorsi semplici, discorsi seri. Sentire che condivide con me i pensieri relativi a compagnia & co, arrivando senza tanti giri di parole a definire certe persone come dotate di personalità debole. Parole migliori non poteva usare, io non sarei mai riuscito a dirlo, aggrappato al sogno che le cose fossero diverse. Il sogno è finito, ormai. Siamo svegli.
E una domanda: troverai lavoro, al termine degli studi? Io: sicuro. Dove voglio arrivare, io arrivo. A costo di farmi strada a forza, e di farmi male per arrivarci. Ma la domanda che mi pongo io è: ci sarà ancora spazio, nel 2010, per i rapporti umani, per l'uomo? O riusciremo a distruggere quel poco che ci distingue dagli animali, e dalle macchine? Ci sarà spazio per le emozioni vere, per i sentimenti veri, per le gioie semplici, ci sarà spazio per l'amore?
Non ho risposte, solo domande. E speranze.

Il resto del tempo è trascorso studiando, con pensieri ambivalenti riguardo qualcuno che sta piano piano conquistando il suo posticino lì… domandandomi se lo voglio, se lo vuole, se ci sarà un "noi", se non ci sarà niente e per quale motivo, se sarà lei o un'altra, già arrivata o non ancora conosciuta.
Ma non credo al gioco dei dadi. Quella è strategia e caso, non strategia e sfiga. E non correla per niente con sentimenti e caso. In barba al vecchio detto. Con un sospiro di sollievo collettivo.
E tra partite a questo gioco boliviano, studio esami tirocinio e tesi, una scamorza verde che tenta di conquistare il mondo, una bottiglia di montenegro quasi seccata e una mattonella che chissà come è finita nel water, questa vita insieme continua…

One thought on “My feelings

  1. Semooo… ti ho chiesto "Va bene?" perchè la risposta volevo sentirla dal vivo, e non solo scritta… Nei momenti un po' bigi ricordati delle tue parole "Sì, va bene"… 🙂 un abbraccione (senza rompersi la schiena!)

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