doubts: answer

Leggero momento di svarionamento, nelle ultime settimane. Lo confesso, me lo aspettavo.
Giungi a vedere la fine di un percorso, della prima tappa in realtà, e i dubbi ti assalgono.
Non lo accetti razionalmente, rimane a livello inconscio, continui con le tue attività ma senti che c'è qualcosa che non va.
Solo non riesci a capire cosa.
L'unico specchio rivelatore è composto di sogni ricorrenti, nei quali si torna indietro di più di tre anni.
Tornavo al lavoro, quello vecchio, stessa azienda, stesse rogne, stesso trantran quotidiano. Da un lato entusiasmo, come in ogni cosa "nuova", dall'altra parte mille domande. Perchè l'ho fatto, non dicevo di aver trovato la mia strada tornando a studiare, mi mancava così poco per arrivare alla laurea e invece ho mollato per tornare qui, perchè, e poi quanti amici non rivedrò più, quante esperienze mi sono precluso con questa scelta…
L'avevo già sognato, decine di volte credo, probabilmente ogni volta che mi trovavo a essere sotto stress da esame. Ma stavolta tutto era più nitido, nel sonno pensavo e ragionavo come da sveglio, ed ero cosciente che stavolta l'avevo davvero fatto.
Poi mi sveglio, scopro che (fortunatamente) non ho fatto una puttanata del genere. Sarebbe davvero stata la "cazzata magna".

Volendo ricominciare daccapo, tre anni fa, perchè ho preso questa strada? Tra le altre mille che potevo prendere, perchè proprio questa?
Ho dovuto prendermi mezza giornata di pausa per me, e rifletterci… e la risposta è la stessa di quando ho scelto tre anni fa di fare il tecnico.
Risolvere problemi, rendere la vita più facile agli altri, aiutarli nel limite delle mie capacità.
Se so fare bene una cosa, cerco di rendermi utile al mondo e agli altri in quel particolare frangente. L'unica maniera per sentirsi appagato, per sentirsi qualcuno, non eccezziunale, ma utile, non un semplice passante nella strada che guarda con aria di sufficienza il mendicante.
Narcisismo? Mah, forse.
Poi dopo un tot non mi è più bastato. Ho sentito il bisogno di fare di meglio, il dovere di fare di più. Perchè sapevo di esserne in grado, e non credevo nemmeno di avere solo quella abilità. Pensavo, forse ce ne sono altre, in cui potenzialmente me la caverei anche meglio, che attendono solo di essere esplorate.

Ecco perchè quel cambio radicale, quello stravolgimento che tutt'ora qualche conoscente non riesce a spiegarsi e liquida con una risata e un "te o ghe fato parchè xe pien de fighe".
Si, perchè nelle mille aziende che visitavo ogni giorno non c'erano altrettante segretarie… Ma va cagher va…

Torniamo al sogno.
Credo che sia paura. Paura di finire questo percorso e di rendersi conto di non avere la stoffa per questo lavoro. Paura di non esserne in grado, di fare più danni che altro, di non realizzarmi come mi sono sognato. Non è semplice abbattere questi timori, rendersi conto che sono probabilmente solo irrazionali e isolarli, sto cercando di farlo e per ora ne ho ottenuto solo nervosismo e un gran mal di testa.
Ma sono cosciente di essere sulla strada giusta. So che è la strada migliore per riuscire a combinare qualcosa di buono, e non solo per me.
La cosa peggiore però è che in queste battaglie sei sempre da solo. Non è facile trovare qualcuno con cui parlare di questi argomenti, e il fatto di essere a casa questo weekend non aiuta. Ma comunque, superare questo momento è qualcosa che devo fare da me… e spero in fretta…

Questo post è solo uno stub, credo lo modificherò un pò nei prossimi giorni.

2 thoughts on “doubts: answer

  1. Te o ghe fato parchè xe pien de fighe (che no te a dà) :-P:-P:-P:-P:-P:-P

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