Dreams and reality

[h6]Attenzione: anche se pubblico oggi questo post è stato scritto il 20 agosto 2007, alle otto di sera[/h6]
Che strano, sono a Riccione.
Anche quest'anno.
Ma è tutta un'altra cosa. E' tutto diverso. Tutto è cambiato.
Io sono cambiato.
Troppi pensieri hanno viaggiato tra i miei neuroni nell'ultima settimana. Pensieri di adesso, mescolati a ricordi ormai lontani, ma che evidentemente per me non sono così distanti.
Dobbiaco, una settimana fa la vigilia della partenza.
Un esame da ritirare, tanta paura, e tantissimo disordine nella mia mente. Pensieri odierni, terrori antichi e situazioni decisamente pesanti mescolati assieme.
Un sogno. Averla reincontrata. E un finale diverso.
Quello che ho sempre desiderato. Un sogno, e nulla più.
Ma che nonostante siano passati cinque anni, è ancora vivo dentro di me come se fosse ieri. E riemerge, prepotente, ogni volta che una situazione un pò pesante fa capolino nella mia esistenza.
E poi il giorno dopo, partire con gli amici, invece che da solo, passare per quella città che ha lasciato un vuoto incolmabile, che mai più nessuno è riuscito a colmare.
Al ritorno, passare per quella via, davanti a quella casa, e non fermarsi, pensare a chissà quante cose, dove sarà, cosa farà, se avrà messo ordine nel suo cuore dopo tutto quel trambusto, e se si ricorda di quel pomeriggio di lacrime al parco, che solo io ho voluto trattenere fino a quando sono partito. Ma che poi sono esplose assieme a due cuori.
E continuare a sperare che qualcuno riesca di nuovo a rendermi così completo come mi sentivo allora.
Stop. Il presente è adesso, il passato ci appartiene, ma non si può vivere di esso. Si rischia solo di morirci dentro.
Dobbiaco. La sagra della volgarità e dell'insulto gratuito e libero.
Un modo per divertirsi e non pensare, e così è stato.
Ma tornati a casa si resta noi stessi, con i nostri pensieri, e la rabbia generata dall'impotenza di non avere il controllo sul tempo e su cose più grandi di noi.
Sentirsi così tremendamente umano, e così poco un supereroe.

Si parte, destinazione Riccione, un anno dopo.
Carichi di aspettative, verso un luogo che posso considerare la mia seconda culla, il luogo dove mi sono accorto di essere rinato. Ma è passato un anno. Tutto è diverso, tutto è cambiato.
Io sono cambiato.
Ne sono successe di cose, nelle ultime cinquantadue settimane.
E lo scontrarsi con così tante cose, fuggite prima con vivo terrore, ha lasciato il segno, e la vita non è stata più la stessa.
E a chi un anno fa mi chiese "ma davvero sono successe tante cose in una sola settimana", ora posso rispondere "si, ma sono niente in confronto a una vita veramente vissuta."
Quest'anno aspettative a mille. Bella stronzata.
Anche il resto del mondo è cambiato dal giorno alla notte, e c'era da aspettarselo che con così tante variabili in gioco ogni istante l'avventura prenda una piega diversa.
Siamo in 4 invece che in nove. Siamo tutti cambiati, siamo cresciuti. E il posto è cambiato.
E così mi ritrovo alle otto di sera a riflettere e ad analizzare tutte queste cose, in una condizione mentale che davvero nemmeno immaginavo.
Saranno sicuramente le ultime ferie estive insieme. Già l'equilibrio è pericolosamente incrinato, l'adolescenza è finita da un pezzo… il mondo ci sta aspettando.

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