Cryin' at the discotheque!

[h6]Update delle 3.41 del mattino. Alla festa ci siamo andati, e della serata posso dirmi contento. Le previsioni si sono fortunatamente rivelate sbagliate. Questo però non cambia le cose che penso e che ho scritto prima della serata, che rimangono invariate per i giorni passati e temo anche per i futuri… chi vivrà vedrà…[/h6]
Venerdi sera, ore 21:05.
Dovrei essere sotto la doccia, a prepararmi per uscire dopo una settimana a dir poco massacrante.
E invece no. Sono qui seduto su una sedia che fumo nervosamente.
E penso a quanto inutile sia avere ventisei anni se non se ne approfitta.

Ma entriamo nei particolari di questa situazione che mi ha scoglionato…

Stasera c'è un concerto di musica celtica, da un amico, e ha invitato me e tutto il resto della compagnia.
Sarebbe l'occasione di fare qualcosa di diverso dal solito tipico weekend, che si compone, nell'ordine di:
– trovarsi al baretto da eros alle 22 – 22.30
– passare almeno 45 minuti a cercare di capire che fare dell'esistenza
– andare in centro a cittadella
– girovagare per tutti i bar del centro (volgarmente detto bar-tour)
– sbavare dietro a tutte le ragazze strafighe che se la tirano a cui, se chiedi il numero, ti ridono in faccia o te lo danno apposta sbagliato
– ripetere il punto precedente a profusione, bevendo di tanto in tanto sopraffini spritz, deliziosi jagermeister e sopraffini calici di vino
– annoiarsi
– tornare a casa. Ah no, qualcuno decide di andare in discoteca, pochi per fortuna. Se non che, alle 2 del mattino, che senso ha fare kilometri per stare li un'ora e poi tornare a casa?

Al concerto non si andrà, al 99,9%.
Ho appena sentito un pò di gente, e quei due che ho sentito (non faccio i nomi, tranquilli… so che sentirsi messi alla berlina fa tanto male!) hanno detto: facciamo un giro in centro!
Perchè? A vedere un pò di gente! A girare un poco!

Qui mi partirebbe una bestemmia apocalittica, che censuro per rispetto ai credenti, ma soprattutto per timore dei perbenisti praticanti, che non perdono l'occasione per spalare vagonate di merda addosso a chi si comporta diversamente dalla massa.

Mi passa per la testa una frase, di continuo…
"Ma è possibile, che a ventisei anni non ci si sappia divertire!? Che si debbano passare i weekend a guardare le adolescenti strafighe che fan vasche in posti da fighetti, ragazze che, scendendo nella boaraggine pura, non solo non te la daranno mai, ma con le quali non puoi riuscire ad avere una conversazione che vada oltre la nuova borsetta che si sono comprate o lo smalto che non asciuga, o la nuova pettinatura?
Ma è possibile?
Ma come ci siamo ridotti…
Non è possibile fare qualcosa di diverso, ogni tanto?
Che conformismo di merda…"

Quando sono entrato in questa compagnia, mi aveva preso proprio quella 'diversità', chiamiamola così, dalle altre compagnie. Si poteva fare sempre qualcosa di diverso, una festa, un giro in birreria, andare al cinema, passare una serata in discoteca anche (ma non ogni serata!), un giro dal tote… qualche volta anche qualche discussione su argomenti non proprio terra-terra…
Adesso è cambiato tutto. Ogni sera bisogna andare a fighe, da veri e propri morti di figa, bisogna ciavare, bisogna pinciare… ma siamo davvero regrediti a esseri primitivi, anzi, a dei primati veri e propri?
Per non parlare dell'andare ogni sera in discoteca. Certo, andarci ogni tanto è una cosa buonissima. Ma ogni sera, e mica per divertirsi poi, ma per guardare le fighe, "varda che cueo che ga quea, varda che gnocca quea", poi però tanto non si combina sto granchè…
Qua sta la questione… Andiamo in discoteca, andiamo in centro, sbaviamo pure dietro a qualcuna… Ma non sempre! Abbiamo una nostra identità! O dobbiamo metterci da parte per conformarci a quel mondo piatto e da ritardati che la società e i media ci piazzano davanti?
Dov'è finita quella compagnia così variegata che mi piaceva tanto?
Dove sono finiti quegli amici che andavano oltre l'istinto animale?
Ma è possibile?
Ma come ci siamo ridotti…

Il guaio è che sicuramente dopo che ho espresso la mia opinione, qualcuno si sentirà inevitabilmente chiamato in causa.
Per quel che mi riguarda, questa è la mia opinione e può benissimo non essere condivisa.
Ma se siamo un gruppo, cerchiamo di ascoltare l'opinione di tutti.
Io finora ho seguito sempre, anche se a malavoglia, il gruppo. Nel tentativo di accettare ma soprattutto di capire che cosa fosse successo, cosa avesse cambiato cosi tanto questa compagnia. Una mia teoria ce l'ho, ma al massimo ne parlo a quattr'occhi, non qui (sennò salta fuori il putiferio…)
Ora credo qualcun altro dovrebbe mettersi al mio posto, e valutare se sia davvero l'unico modus vivendi. "Sono soddisfatto di come passo il weekend? Mi diverto? Arrivo al lunedi davvero rigenerato dalla pausa? Voglio essere qualcuno, in questa massa informe di gente?

2 thoughts on “Cryin' at the discotheque!

  1. L'ultima parte mi sa un po' da "spunti di riflessione finali dell'omelia di don Gilberto".

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